Nel 2012 i sistemi di rilevazione del fenomeno messi a punto da Crif, azienda specializzata nello sviluppo e nella gestione di sistemi di informazioni creditizie, di business information e di supporto decisionale hanno consentito di rilevare complessivamente in Piemonte più di 24.000 frodi creditizie, per perdite economiche che sfiorano i 195 milioni di euro. Si conferma rispetto al 2011 un incremento significativo dei casi di frode (+8,6%), mentre il valore economico del fenomeno rimane pressoché stabile in virtù della contrazione degli importi medi. Questi i dati principali emersi dell’ultima edizione dell’Osservatorio Crif sulle frodi creditizie, che fotografano un fenomeno purtroppo in costante crescita anche perché il ladro di identità può riuscire a reperire fondi in maniera molto meno rischiosa rispetto, per esempio, alle rapine in banca, che tra l’altro risultano essere in costante diminuzione (624 casi nei primi 8 mesi del 2012,-18,5% rispetto al corrispondente periodo 2011). Dei 24.000 casi rilevati in Italia, oltre 1.400 (pari al 6% circa del totale) si sono verificati in Piemonte, che si è posizionata al 6° posto di questa poco invidiabile classifica. Questo dato risulta oltremodo eclatante se si considera che le rapine in banca nei primi 8 mesi del 2012 in regione sono state meno di 50. Torino ha ottenuto il primato della regione, con più di 800 frodi. A debita distanza si trovano Cuneo e Alessandria (circa 140) e Novara (oltre 100). Seguono Vercelli (80) e Asti (circa 70), mentre Biella e Verbano-Cusio-Ossola sono le due province meno colpite dalle frodi, ciascuna con circa 40 casi registrati. La ripartizione delle frodi per regione di residenza dichiarata al momento della richiesta del finanziamento mostra una maggiore incidenza in Campania (18,3% del totale), Sicilia e Lombardia, ovvero delle stesse regioni che anche nel 2011 occupavano i primi posti di questa poco invidiabile classifica. In relazione all’incidenza delle frodi per singola provincia, quella maggiormente colpita si conferma essere Napoli, con quasi 3.000 casi, seguita da Roma, con circa 1.800, e Milano (oltre 1.100). Il profilo delle vittime L’analisi della distribuzione delle frodi per sesso delle vittime evidenzia che poco meno dei due terzi (il 65,4% del totale, per la precisione) sono uomini. Nel corso del 2012 si registra, però, una ulteriore crescita delle donne vittime di frode, con un +4% rispetto al 2011. Osservando invece la distribuzione delle frodi per classi di età, in linea con quanto era stato rilevato anche nel primo semestre dell’anno la fascia nella quale si rileva il maggior incremento percentuale è quella degli under 30 (+21,2% rispetto al corrispondente periodo 2011), che risulta essere anche la classe di età maggiormente colpita (27,3% del totale dei casi). A seguire, le classi di popolazioni più colpite sono risultate essere quelle di età compresa tra i 31 e i 40 anni (24,6% del totale) e tra i 41 e i 50 anni (23,5%), seppur con una frequenza inferiore rispetto alla precedente rilevazione. “L’incremento dei furti di identità che colpiscono ignari cittadini sfruttando gli strumenti di credito e i sistemi di pagamento come gli assegni sono effetto della crisi economica oltre che della sempre maggior vulnerabilità dei dati personali, specie sul web– spiega Beatrice Rubini, Direttore della linea MisterCredit di Crif -. Inoltre, il fatto che il fenomeno colpisca i giovani non sorprende affatto ed è da ricollegarsi proprio all’utilizzo non sempre sufficientemente attento e consapevole dei social network e dei device mobili. Anche questi ultimi strumenti, di uso sempre più comune, possono infatti essere attaccati per sottrarre dati personali, spesso sfruttando la vulnerabilità dei sistemi di sicurezza delle APP, oggi sempre più diffuse”. “Nell’analizzare questo fenomeno che non sembra conoscere crisi bisogna sottolineare l’estrema facilità che i criminali hanno nell’accedere a informazioni personali e riservate altrui – aggiunge Rubini – sia attraverso documenti cartacei o in formato digitale sia grazie all’enorme diffusione dei profili scaricabili dai social network. Da qui è estremamente semplice ricostruire il codice fiscale e alcuni dati anagrafici di una persona ignara dei rischi. Con questi dati, poi, la tecnica utilizzata dai frodatori è quella di produrre documenti falsi, i quali vengono utilizzati per la richiesta di finanziamenti ma anche per altre operazioni truffaldine”. Le tipologie di finanziamento oggetto di frode Per quanto riguarda le tipologie di finanziamento oggetto di frode, dall’Osservatorio di Crif emerge che i prestiti finalizzati continuano a fare la parte del leone, con una quota pari a circa l’80% dei casi totali. Questa preponderanza si spiega soprattutto con il fatto che la frode viene spesso portata a termine presso un dealer (tipicamente una concessionaria auto o moto, oppure una catena di distribuzione di prodotti di elettronica) che rispetto agli Istituti di credito hanno minori strumenti di verifica e prevenzione. Un calo significativo riguarda invece i casi rilevati sulle carte rateali (-27% rispetto al 2011) in parte compensato dall’incremento dell’8% per quanto riguarda i prestiti personali. Si segnala, inoltre, un aumento dei casi di frode sui mutui anche se sul totale rappresentano una quota ancora residuale (1,2%). I furti di identità  crescono anche nell’emissione di cambiali e assegni a nome altrui falsificando principalmente la firma del legittimo proprietario. A questo proposito, analizzando i dati pubblici relativi ai protesti emessi nel corso del 2012, dallo studio di Crif emerge come i titoli di credito protestati con firme falsificate a seguito di furto di identità siano stati 5.226, in aumento del 4,8% rispetto al 2011, con un importo medio pari a circa 5.000 euro. L’importo totale di assegni e cambiali protestate emessi con falsificazione della firma e furto di identità nel 2012 ha raggiunto la ragguardevole cifra di 25,9 milioni di euro, in aumento dell’8,3% rispetto al 2011. I beni più frequentemente acquistati attraverso un finanziamento fraudolento Anche nel 2012 le principali tipologie di prodotti oggetto di frode sono state auto e moto, con quasi 1/3 dei casi totali, e gli articoli di elettronica-informatica-telefonia (ad esempio smartphone e tablet) che si collocano nella fascia di importo più bassa. Mantengono una quota significativa i casi relativi all’acquisto di arredamento ed elettrodomestici mentre prosegue il trend di crescita per l’accesso fraudolento al credito per ottenere servizi alla persona, quali trattamenti estetici e cure mediche. La distribuzione per fasce di importo Analizzando l’importo dei crediti ottenuti fraudolentemente, nel 2012 emerge la predominanza dei piccoli importi (i cosiddetti small ticket): oltre il 42% dei casi totali riguarda, infatti, frodi di importo inferiore ai 1.500 euro (+35,4% rispetto al 2011), il 24,2% interessa casi di importo superiore ai 10.000 euro mentre risultano in aumento dell’8,9% le frodi il cui importo supera i 20.000 euro. I tempi di scoperta I tempi di scoperta sono caratterizzati principalmente da due macrocategorie: circa il 50% dei casi viene scoperto entro l’anno (+12% rispetto al 2011) mentre oltre il 17% viene scoperto solamente dopo 4 anni. In aumento del 28% i casi di frode scoperti dopo 5 anni, che nel 2012 rappresentano quasi il 10% del totale. “Il nostro presidio su molteplici settori del mercato ci consente di rilevare il continuo variare degli schemi di frode e dei canali attaccati – spiega Maria Luisa Cardini, Senior Business Consultant di Crif . Tipicamente le frodi creditizie vengono realizzate utilizzando un set di documenti falsi, facilmente reperibile a basso costo in un mercato nero che sfrutta le reti della criminalità e i nuovi canali online, che oltre alla carta d’identità può includere anche la tessera sanitaria, una o più buste paga ed eventualmente un CUD o un Modello Unico. La frode viene pianificata a tavolino e si sviluppa in tempi lunghi per destare meno sospetti, ad esempio aprendo prima un conto corrente e facendo una movimentazione apparentemente normale per alcuni mesi, per poi mettere in atto la frode facendo una richiesta di finanziamento”. “Un suggerimento che vorrei dare agli istituti di credito è di fare grande attenzione ai propri punti deboli – aggiunge Maria Luisa Cardini – tra cui, appunto, l’apertura di conto corrente o la cessione del quinto dello stipendio; si tratta di operazioni su cui spesso gli istituti prestano meno attenzione perché non si sentono direttamente esposti ad un rischio significativo, a differenza di prestiti e mutui. A pagarne le spese sono le vittime di furto d’identità e, purtroppo, dobbiamo constatare che il fenomeno è in aumento anche a danni di categorie deboli come i pensionati, che si vedono decurtare una quota della pensione fino a quando non scoprono di essere stati vittime di un furto d’identità per una operazione di cessione del quinto, che mediamente frutta oltre 15mila Euro e supera abbondantemente l’importo medio della frode su un prestito personale”.