Asti e la rinascita! Sicuramente insolito, ma molto evocativo è il titolo della mostra-evento per la città di Asti che la fondazione della Cassa di Risparmio offre all’attenzione della città, del territorio e più in generale del vasto pubblico di visitatori che certamente affluirà per ammirare le suggestioni artistiche proposte e dove il pubblico sarà invitato ad essere parte attiva di un allestimento e non solo il passivo spettatore di un’opera. La mostra sarà inaugurata venerdì 17 maggio, oltre ogni “scaramanzia”, come simpaticamente annunciato dall’assessore Massimo Cotto. Contenuti e strategie della mostra sono stati sintetizzati dal presidente della Fondazione CR Asti, Michele Maggiora, mentre il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo, ha sottolineato valenza positiva dell’iniziativa ed annunciato l’impegno dell’amministrazione comunale a rendere la città accogliente per l’evento. Il nostro oggi non è percosso da un conflitto bellico, ma è certamente colpito da pesanti danni che toccano soprattutto le giovani generazioni, quelle da cui dipende il futuro; in questo scenario nasce l’idea di “Rinascita” come esposizione che alterni ricostruzioni di un’immagine storica ad installazioni fortemente comunicative di un nuovo che è innanzi a noi. Come ci fu una rinascita negli anni da cui sono tratti gli elementi artistici, imprenditoriali e culturali della mostra, dal 1946 al 1968, anche nel nostro oggi vanno ricercati e valorizzati gli elementi per una risposta creativa alla crisi del nostro quotidiano. Un prestigioso comitato scientifico guidato dal direttore artistico Daniele Rampello, già presidente della triennale di Milano e attualmente curatore delle attività culturali ed artistiche di EXPO Milano 2015, ha realizzato un singolare approccio alla mostra che, come ampiamente descritto dall’arch. Giovanni Bo con singolare tocco di sensibilità astigiana, rappresenta in maniera trasversale le aree di progresso che hanno caratterizzato il periodo del dopoguerra ed hanno generato prodotti culturali, industriali e seriali, ma anche grandi progetti infrastrutturali tuttora protagonisti della cronaca contemporanea. L’esposizione avrà tre linguaggi relazionali in tre spazi della città: Palazzo Mazzetti, Palazzo Alfieri e Palazzo Ottolenghi, ma i dettagli dell’articolazione funzionale della mostra saranno presentati in un prossimo incontro; è stato però annunciato che a Palazzo Ottolenghi ci sarà spazio per dare voce a sogno ed emozione per Asti in dialogo con la città e per valorizzare la città; a questo scopo è stato espresso l’invito ai cittadini di rendere disponibili fotografie per dare all’accesso del palazzo un volto di prossimità dove ciascuno si possa riconoscere. Una molteplicità di suggestioni e di temi che non mancheranno di suscitare interesse, stupire per lo schema innovativo di rappresentazione scenica, ma soprattutto per la modalità cooperante adottata nel proporre i contenuti culturali che vede la convergenza di più attori istituzionali locali su un unico, grande percorso progettuale; un presupposto importante per altre convergenze che potrebbero anche significare la vera “rinascita” scritta in un piano di sviluppo che guardi al futuro. Michelino Musso