Una denominazione che arriva a coronare gli oltre quarant’anni di carriera e che incasella Cosimo Gatti fra i più importanti pittori del ‘900 italiano. Proprio nei giorni scorsi il pittore astigiano ha ricevuto il prezioso riconoscimento: alcune sue opere sono state valutate Doc (dominazione di origine controllata), da un importante critico. Una certificazione che ha fatto salire le quotazioni dei dipinti dell’artista. Opere oniriche, ma che spesso sono una vera e propria denuncia sociale; opere apprezzate non solo a livello italiano, come dimostrano i numerosi riconoscimenti ottenuti in questi ultimi mesi da Gatti e che arrivano da Washington, New York, ma anche Parigi e Hollywood. Insomma questo è stato un anno importante per l’artista nato a Gioia del Colle nel 1955, ma da decenni residente nell’Astigiano. Dopo aver vinto oscar, aver esposto alla biennale di Palermo e aver ottenuto targhe, premi e benemerenze, Gatti è stato scelto fra i migliori e più incisivi artisti del “900. Non solo. E’ stato inserito anche nel catalogo “Arte Iubilaeum” con un quadro dedicato a Papa Francesco e ai bambini. Un’altra sua importante opera, “La Crocifissione”, pare invece destinata a essere esposta in un prestigioso museo piemontese, mentre i suoi quadri viaggiano fra concorsi, gallerie e allestimenti in mezzo mondo. Il ritratto “Le maschere”, inserito nel primo trofeo “Arte Impero” ad esempio sarà prima a Parigi, poi a Vienna e infine a Roma. Il percorso dell’artista parte dalla Puglia: Gatti aveva sei anni quando creò il suo primo quadro. Da allora la sua produzione non si è mai fermata, evolvendo però nel tempo con la maturità artistica del pittore. Da autore classico, paesaggista e ritrattista a espressionista, a volte anche astratto, sulla falsa riga di Pollock. “La mia ispirazione è la società – spiega Gatti -. Tutto ciò che mi colpisce o tutto ciò che sogno, i miei stati d’animo le mie considerazioni le riverso su tela”. Le sue opere sono materiche, fatte con colori primi e spesso con materiali di recupero, come le capsule dei caffè, ma anche vecchi giocattoli, orologi, plastica. L’artista invece è caratterizzato da una grande tenacia, da un forte senso di denuncia sociale, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e di nuove idee da elaborare.