Pubblico numeroso per il terzo incontro del calendario di sensibilizzazione del Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, organizzato dal Gruppo di supporto all’Associazione partigiana “Tonio Ferrero” di Canale d’Alba dal Museo Arti e Mestieri di un Tempo di Cisterna d’Asti.
Nella biblioteca di Canale gremita, il relatore, professor Luciano Bertello, insegnante, storico del Roero, presidente dell’ Enoteca Regionale del Roero, ha iniziato a parlare dell’argomento della serata che lo aveva affascinato già molti anni prima per la sua tesi di laurea.
Proprio il Roero, con le sue peculiarità ambientali, viarie, sociali è stato il punto di partenza e di arrivo di una serata ricca di momenti emozionanti.
Toccare i temi della Resistenza non è stato mai semplice né oggi, né tantomeno 34 anni fa, periodo al quale risale la ricerca del professor Bertello: argomenti troppo vivi nei ricordi delle persone che li avevano attraversati dolorosamente, rendevano e rende spesso difficile riuscire a scavare in questo passato, in fondo, recente. La relazione si è dipanata illustrando il rapporto tra contadini e operai, campagna e città, della diffidenza delle campagne ma anche della grande dignità della Resistenza del Roero.
Un punto si è sottolineato: la necessità di comunicare la Resistenza con parole nuove, con mezzi che facciano sì che anche i giovani la sentano parte della propria storia.
Molti gli episodi ricordati, uno in particolare: gennaio 1944, Duccio Galimberti, rifiutato dagli ospedali di molte città piemontesi, viene operato e ricoverato clandestinamente nell’ ospedale di Canale e, sempre in paese, trascorre il periodo della convalescenza. Molti anche gli episodi cruenti, come l’ eccidio di Ceresole, dove alcuni giovani partigiani catturati, vengono impiccati ai balconi delle abitazioni come monito per la popolazione.
Ma perché e come il Roero entra nella storia della Resistenza?
1943: il duce viene destituito.
8 settembre 1943, inizia lo sbandamento dei soldati italiani, nel Roero arrivano i reduci della IV armata di ritorno dalla Francia. I soldati si disperdono per la Langa ed il Roero ed i contadini si trovano di fronte ad un caso di coscienza: come comportarsi nei confronti di questi uomini che potrebbero essere mariti, figli. Intanto vengono promulgati i Bandi della Repubblica di Salò che chiamano alle armi i giovani, nuova carne  da macello.
Di fronte a questo bivio molti ragazzi delle campagne scelgono e entrano a far parte delle bande partigiane mettendo a repentaglio se stessi e le proprie famiglie.
Proprio di questo hanno parlato i protagonisti diretti di quegli anni difficili, di crisi delle coscienze sopite: il signor Pasquero di Canale ed il signor Ramello di S. Damiano d’Asti.
Giovani di sessanta anni fa, hanno ricordato con lucidità e ricchezza di particolari, le loro giornate accampati sulle montagne, braccati, con la propria vita sempre appesa ad un filo. Il loro racconto è diventato quasi subito un dialogo ed ha saputo trasformare la sala della Biblioteca di Canale in una delle nostre case, quando si incontrano gli amici più cari. Ed ai molti che in quegli anni non erano ancora nati, quel racconto, dipanato per la maggior parte in piemontese, ha fatto vedere sotto ai propri occhi , come in un film, vie, strade che si percorrono tutti i giorni, case e persone che non sapevi avessero dato e fatto tanto. Un salto in quel passato recente per vederlo vivo e non solo tra le pagine di un libro di storia.
Si è parlato di uomini, donne coraggiose, come le sorelle Faccenda, di vicini di casa, di momenti di eccezionale importanza narrati con una semplicità estrema.
La storia a portata di mano, a portata di chiacchiera, di incontro e stretta di mano.
Eppure, nonostante la durezza di questi racconti, non sono mancati i momenti di ilarità che hanno strappato i sorrisi del pubblico, quando i due protagonisti hanno narrato anche episodi leggeri della vita di quei giorni. Anche il pubblico non è stato da meno e, ad un certo punto, è partito un tiro crociato di domande,  per la maggior parte in piemontese.
Al termine dell’incontro, prolungatosi fino a tarda serata, il professor Bertello, in risposta a una domanda, ha concluso dicendo che la Resistenza nel Roero non è penetrata a fondo e, come diceva Revelli, “è passata come un temporale estivo”.  Nonostante questo, come hanno ricordato più volte i partigiani Pasquero e Ramello, senza l’aiuto della popolazione roerina, la generosità, il coraggio della gente, mai i partigiani avrebbero potuto portare a termine tante missioni senza moltiplicare ancora di più le perdite.
Bella serata di storia, ricordi, passione e, sicuramente, se è vero che la Resistenza ha bisogno di parole nuove, avrà sempre bisogno di quelle di eterni giovani come Pasquero e Ramello che, con una pennellata di parole, sanno dipingere fatti, momenti, paesaggi che, altrimenti, sarebbero difficili da immaginare per chi non li ha vissuti.

Prossimo incontro del Polo Cittattiva, venerdì 27 marzo 2009, alle ore 20,45, presso la Cascina del Racconto, in via Bonzanigo, 46 ad Asti.
Titolo della serata: “Ciack si gira: la cittadinanza in un film”, con il dottor Perdetti, responsabile del settore formazione della rassegna Cinemambiente di Torino.