Riprendono a Palazzo Mazzetti gli incontri di “Ricordi futuri: la memoria, istruzione per l’uso”. Giovedì 14 gennaio, alle 17, Valentina Pisanty, semiologa all’Università di Bergamo, studiosa del razzismo e del negazionismo, parlerà di “usi e abusi della memoria della Shoah”. Si tratta del terzo incontro (dopo quelli col fotografo Franco Rabino e la psichiatra Caterina Corbascio) del corso proposto da Israt e Fondazione Palazzo Mazzetti. Le conversazioni, valide come aggiornamento per gli insegnanti e per i crediti formativi degli studenti, sono aperte a tutti i cittadini interessati. Valentina Pisanty, allieva di Umberto Eco, è autrice di numerosi libri, tra cui “Abusi di memoria. Negare, banalizzare, sacralizzare la Shoah” che si raccorda perfettamente con il tema dell’incontro in programma il 14 gennaio a Palazzo Mazzetti. “La memoria della Shoah – scrive l’autrice – occupa un posto centrale nella coscienza contemporanea. Non potrebbe essere altrimenti: la narrazione dello sterminio è troppo potente per essere tenuta a distanza, ci riguarda e ci struttura come individui e come membri della comunità. Ciò che muta, si evolve, sperimenta derive e assestamenti non è dunque l’esigenza diffusa di confrontarsi con un evento così traumatico, ma piuttosto l’intreccio degli usi a cui la sua memoria è stata sottoposta, con l’effetto cumulativo di trasformare la Shoah in oggetto di devozione, collante ideologico, categoria di pensiero, prodotto di marketing e, all’occorrenza, strumento contundente”.
La semiologa Valentina Pisanty spiega gli usi e abusi della memoria della Shoah
