EatalyincampagnaIl 10 ottobre 2013 partirà la prima parte della stagione di eventi ed incontri letterari di Eataly in campagna. Il titolo della rassegna è “L’incontro tra me e te”, avrà inizio il 10 ottobre e terminerà il 19 dicembre, per poi riprendere a gennaio con la seconda fase. Autori, personaggi della cultura, della televisione, della letteratura incontreranno il pubblico raccontando i loro nuovi lavori e dialogando con chi vorrà, costruendo incontri di scambio e di arricchimento. Racconti di vite vissute, romanzate, immaginate e storie di luoghi, relazioni, passioni tutti legati ad un’unica trama, la rinascita. Infatti, questo è il tema che si vuole affrontare in tutta la rassegna, vivendo gli interventi degli autori come raccolta di esperienze per poter ripartire, rinascere da questo momento storico che ci rende meno forti, meno sognatori, più fragili. Si riparte da qui, dalla terra, dalla tradizione della Comunità che cresce insieme, dai rapporti umani. Ripartiamo dalla terra per ritrovare fiducia, vogliamo stabilire le regole di una nuova fase di crescita collettiva raccontando le radici ed i loro frutti, come metafore, come verità e certezza assolute. Un salotto nel verde delle colline, un cerchio di energia fortificante, scovando la forza di coloro che un tempo ripartirono dallo stesso punto, la terra, con la sua forza generante e rigenerante. Gli incontri saranno alle 21 e saranno tutti gratuiti. Dalle 19 alle 21 presso Eataly in Campagna sarà possibile fare un aperitivo in fattoria, cibi e vini della tradizione e stagionali, con ingredienti dell’orto e della Cascina. Un Organic Bar sempre fresco e sorprendente. Le copie dei testi presentati saranno in vendita presso lo spazio d’incontro, con firma copie possibile dopo ogni intervento. Si comincia giovedì 10 ottobre alle 21 con Erica Arosio e Giorgio Maimone che presentano Vertigine (Baldini & Castoldi). Una morte sospetta, un’avvocatessa che vuole vederci chiaro, un detective proletario e comunista col passo elastico dell’ex pugile. Un ricco avventuriero che conosce i segreti dell’alchimia. Ricordi che affiorano come incubi e ricompongono la memoria. Lampadine da venti candele nelle case buie, una nebbia perenne che impregna di nero i palazzi, le palestre di boxe, dove i ragazzi bene fanno a pugni con gli esponenti della “ligera”, la mala milanese, le bische di periferia e l’ippodromo, le passioni politiche salde su opposte barricate e il Boom economico in arrivo, mentre il ricordo della guerra sale dalla polvere delle macerie agli angoli delle strade. Nella Milano del febbraio 1958, in uno degli inverni più freddi del secolo, si muove Greta Morandi, avvocato penalista e donna dalla doppia natura, spavalda in Tribunale, spaventata in amore, con il suo assistente- investigatore Marlon, al secolo Mario Longoni, ex pugile, ex partigiano, proletario e comunista. Sconvolge il quadro l’arrivo in città di Tom Dubini, rampollo borghese e avventuriero di lungo corso. Fra di loro si gioca la partita a scacchi di una morte misteriosa, con comprimari di lusso: un’antiquaria con la passione per le perle scaramazze; una ragazza bella come Brigitte Bardot che vuole vendicare la morte dell’amante; un commissario che assomiglia a Pietro Germi e sa molto di più di quello che racconta; un siciliano che ha la capacità di presenziare senza che nessuno si accorga mai di lui. La città non resta a guardare. Si insinua nei frammenti dei discorsi, nei riti dei pranzi domenicali e dei cinema pieni di fumo, tra botteghe d’epoca e quartieri spariti per far largo al progresso. Milano e le sue portinaie, le belle commesse della Rinascente, le maitresses delle case di piacere che la legge Merlin, varata proprio nei giorni in cui si svolge la vicenda, chiuderà. Milano col suo dialetto un po’ aspro e quell’aria casuale di chi è capitato per caso, ma su quel caso ci vuole scommettere tutto. Sullo sfondo, la reale fauna dell’epoca: Enzo Jannacci, Dario Fo, Luciano Bianciardi, Giorgio Strehler, Uliano Lucas, Giorgio Gaber, Fontana, Pietro Manzoni, i fermenti delle notti al Bar Jamaica e la banda delle tute blu della rapina di via Osoppo. Tra giallo e feuilleton, una storia sospesa tra passato e presente, mentre i ricordi, sogno e incubo, affiorano pagina dopo pagina. Scerbanenco, Hitchcock o Victor Hugo? Un poco di tutti e tre, ma soprattutto la voglia di un’inedita coppia di autori di rivisitare il feuilleton e raccontare la Milano che fu. Erica Arosio, milanese, pariniana orgogliosa, laureata in Filosofia, è giornalista del settimanale «Gioia», dove si occupa di cultura e spettacolo. Smodata, appassionata, onnivora spettatrice, è critico cinematografico (per molti anni ha curato la rubrica cinema di Radio Popolare) e autrice di La macchina soffice, una biografia su Marilyn Monroe (a ottobre in cofanetto Feltrinelli Real cinema con il dvd Love, Marilyn). Ha collaborato a varie testate, fra cui «la Repubblica», «Il Giorno», «Cineforum», «Rockerilla», «Segnocinema» e a trasmissioni televisive e radiofoniche. Nel marzo 2012 ha pubblicato il suo primo romanzo, L’uomo sbagliato (La Tartaruga) che è arrivato alla quarta edizione. Giorgio Maimone, milanese, berchettiano irriducibile, laureato alla scuola della vita, è stato caporedattore del «Sole 24 Ore» per oltre 30 anni. Ha lavorato in teatro, ha diretto la prima radio libera della sinistra milanese, Radio Canale 96 e, in seguito, Radio Regione. Ha fondato e dirige il portale della canzone d’autore La Brigata Lolli (www. bielle.org), ha lavorato sulle reti Mediaset come ideatore e autore di programmi. Si occupa di recensioni librarie e discografiche per il settimanale «Gioia». Culturalmente onnivoro. 24 ottobre 2013 ore 21 Luca Ragagnin – Enrico Remmert presentano L’Acino Fuggente, sulle strade del vino di Langhe, Monferrato e Roero Laterza Di borghi in castelli, scapicollare da una collina all’altra, tra paesaggi struggenti, tappeti di vigne, frutteti, osti e cantinieri. Andare su e giù e poi giù e su, shakerare storie, cibi, vini, uno di qua, uno di là, eccetera. Questa è un’avventura in cui la terra natia è un’Atlantide e l’acqua che la sommerge è il mare delle cantine sociali, i fiumi delle enoteche, i laghi dei piccoli produttori, i rigagnoli delle voci di chi sosta nelle taverne e nei bar di piazza dei paesini. Un viaggio con i finestrini abbassati che racconta tutto quanto si vede, si ascolta, si beve in quella terra colta e schiva. E intanto il posto che attraversi ti fa perdere l’orientamento e trovare l’anima. Nell’arco di poche decine di chilometri incontri vitigni-corazzata in grado di conquistare il mondo, nocciole tartufi lumache agnolotti nell’ordine che si vuole e secondo la propria personale capienza, i castelli e i giardini del Monferrato, i musei degli alambicchi, dei cavatappi, i sentieri partigiani, una Banca del vino e una sarabanda di Genii Locorum da fare impallidire un’ astemissima enciclopedia delle patrie lettere. Luca Ragagnin è nato il 22 aprile 1965 a Torino, dove vive. E’ scrittore, poeta e paroliere. All’inizio degli anni Novanta comincia a pubblicare su varie riviste come Malavoglia e Il Maltese. Nello stesso periodo si avvicina al teatro, e nel 1992 il testo teatrale Eclisse del corpo è rappresentato a Torino e a Bologna dal Teatro di Leo de Berardinis. Dal 1994 collabora come paroliere con musicisti di varia estrazione. Nel 1995 vince il Premio Montale per la poesia, con la silloge inedita “L’angelo impara a cadere”, letta nello stesso anno da Vittorio Gassman nel ciclo televisivo Cammin leggendo e pubblicata l’anno successivo dall’editore Crocetti. Nel 1996 pubblica da Scheiwiller la silloge Piccoli crolli sinfonici. Con Enrico Remmert scrive la Trilogia dei vizi; e a fine 2010 la favola illustrata per ragazzi dal titoloIl viaggio semiasciutto di Ulisse il Pesce Volante, per le Edizioni BD. Nel 2007, sempre insieme con Enrico Remmert, adatta per il teatro il libro Elogio della sbronza consapevole. Lo spettacolo viene portato in tournée in Italia e in Francia, e nel 2009 ancora a quattro mani scrive “2984”, testo teatrale ispirato a “1984” di George Orwell. Nel 2011 collabora alla stesura di “Operetta in nero”, testo teatrale scritto e musicato da Andrea Liberovici e scrive, con Michele Di Mauro, “Alla fine di un nuovo giorno”, spettacolo portato in scena dallo stesso Di Mauro e dal compositore messicano Murcof. Nel 2012 scrive per Lella Costa “Elsa Shocking”, monologo basato sull’autobiografia di Elsa Schiaparelli Shocking Life. Nello stesso anno pubblica i racconti Musica per Orsi e Teiere(Miraggi) e IlMinchionario Universale (inevitabilmente incompleto) (Espress), un moderno dizionario delle gaffe di personaggi famosi di tutti i tempi, scritto con Enrico Remmert. Luca Ragagnin collabora con quotidiani e riviste di vario genere (Rolling Stone, GQ) e, dal 1998 al 2003, ha tenuto una rubrica fissa su Duel, mensile di cinema e cultura dell’immagine. Ha scritto anche versi bambini, e Il libro delle meduse (Il Castoro, 2007) è una raccolta di storie in rima per i più piccoli. Le sue poesie sono tradotte in Francia, Portogallo, Svizzera, Romania, Montenegro e Polonia. Enrico Remmert. Il suo romanzo d’esordio, Rossenotti è stato pubblicato da Marsilio nel 1997 e ha vinto nello stesso anno il Premio Chianciano e il Premio Tuscania. Nel 2002 è uscito il suo secondo romanzo Laballatadellecanaglie, finalista dell’Independent Foreign Fiction Prize e dell’International IMPAC Dublin Literary Award. Negli anni seguenti, insieme a Luca Ragagnin, ha curato una trilogia dedicata a Bacco, Tabacco e Venere: tre libri dalle varie anime (antologie di citazioni, saggi letterari, raccolte di aforismi) tra cui il fortunato Elogio della sbronza consapevole. Traduttore dall’inglese (The Muppet Show, Edizioni BD, ISBN 978-88-6123-822-0), Remmert ha inoltre collaborato con numerosi quotidiani e riviste (La Stampa, Rolling Stone, GQ, Slowfood, Satisfiction), programmi tv (Camera Cafè, Masters of Magic, Cartoon Magic, Make It Your Race) e case di produzione (firmando spot, cortometraggi, documentari e collaborando alla sceneggiatura di alcuni film, tra cui Aspettando il sole di Ago Panini). Ha inoltre messo in scena spettacoli con Assemblea Teatro, Crab Teatro e con il Teatro della Tosse di Genova, tra cui 2984, adattamento scenico del capolavoro di George Orwell 1984. A fine 2010 sono usciti quasi contemporaneamente il romanzo Strade bianche, Marsilio, e la favola Il viaggio semiasciutto di Ulisse il pesce volante, Edizioni BD, scritta a quattro mani con Luca Ragagnin e illustrata da Paolo D’Altan, vincitore nel 2011 del Premio Andersen come migliore illustratore italiano. Nel settembre 2013 è uscita per Laterza, nella collana di guide “Contromano”, una nuova opera scritta insieme a Luca Ragagnin: L’acino fuggente – Sulle strade del vino tra Monferrato, Langhe e Roero. Remmert è tradotto in inglese, francese, tedesco, olandese, russo, ebraico e bulgaro. 7 novembre 2013 alle 21 Antonio Armano presenta Maledizioni. Processi, sequestri e censure a scrittori e editori in Italia dal dopoguerra a oggi anzi domani edizioni Aragno Si tratta di un’indagine/racconto sui libri censurati in Italia dal dopoguerra agli anni ’90. Contiene molti inediti perché l’autore ha fatto un lungo lavoro di scavo negli archivi dei tribunali e delle case editrici. Si parte dal sequestro dell’amante di Lady Chatterlay nel ‘47, edito da Mondadori. Poi Pasolini e Garzanti per Ragazzi di vita. Milena Milani per La ragazza di nome Giulio. Luciano Bianciardi per La solita zuppa. Tutti processati, in alcuni casi (Milani) condannati alla distruzione del piombo tipografico e assolti solo in secondo grado. O addirittura condannati anche in Cassazione come Piergiuseppe Murgia, autore del Ragazzo di fuoco, scomparso dalle scene letterarie per riapparire come autore storico di Chi l’ha visto? E ancora nell’80 ci fu la denuncia e il processo contro Altri libertini di Tondelli. Nel ‘90, ultimo rigurgito di una certa mentalità cattolica di intendere la cultura, Busi fu processato a Trento – città dove fu istituito l’Index Librorum Prohibitorum – per Sodomie in corpo 11, e difeso da Giuliano Pisapia, attuale sindaco di Milano. Il numero di procedimenti penali contro opere di narrativa in Italia nel dopoguerra è stato molto più alto di quello che si crede. In alcuni casi l’autore non veniva incriminato perché si trovava all’estero o sottoterra. Alla sbarra finiva l’editore: Alberto Mondadori, Giangiacomo Feltrinelli, Giulio Einaudi. L’accusa era oscenità, l’articolo 528 del codice penale, tuttora in vigore. Stiamo parlando di Joyce, Sartre, Lawrence, Miller, Kerouac, Pasolini, Moravia, Testori, Bianciardi, Milena Milani, Pamela Moore, Ginsberg, Tondelli, Busi. Ma molti sono i nomi, riesumati, che hanno subito la stessa sorte senza aver lasciato traccia. In questa inchiesta, condotta tra archivi di Stato e delle case editrici, tribunali e imputati, non si ricostruisce una parentesi sgradevole da commedia all’Italiana della nostra storia. Siamo piuttosto di fronte a una battaglia per la libertà di raccontare tutti gli aspetti della vita, senza giri di parole o dissolvenze ottocentesche. Vittorini e Sereni la chiamavano «guerra». Se guerra è stata di guerra mondiale si tratta. L’ha iniziata Joyce con la pubblicazione dell’Ulisse a puntate in America, ai tempi del proibizionismo. Il periodo più repressivo in Italia – Fascismo a parte – sono stati gli anni Cinquanta, quelli della Guerra Fredda e di politici come Scelba e Tambroni, ma il maggior numero di procedimenti si ha nel decennio successivo. Col boom economico e la rivoluzione sessuale all’orizzonte, gli scrittori si fanno più arditi ma i vari denunciatori – sodalizi cattolici, questori, gruppi di insegnanti – non vogliono cedere terreno. Sullo sfondo la battaglia per i diritti civili: divorzio, aborto. Ma sono continuati i procedimenti contro gli scrittori, almeno in Italia, spingendosi fino a Tondelli e Busi. Maledizioninon tratta solo di accuse di oscenità, ma scava anche in altre casistiche penali più attuali, come la diffamazione, trattando processi lontani nel tempo come quello in Germania contro Kaputt di Malaparte o recentissimi e non ancora conclusi. Il secondo volume, allegato in cd, raccoglie il materiale giudiziario. Le sentenze di assoluzione e condanna sono una lettura che può riservare grandissimo interesse. Antonio Armano ha iniziato a scrivere dopo il crollo del Muro appassionandosi all’Est Europa, uno dei temi di cui si occupa ora per IL, magazine del Sole-24 Ore. Per l’Unità di Furio Colombo si è dedicato alla cultura con una serie sugli scrittori perseguitati. Ha pubblicato due libri, Hotel Mosca (raccolta di reportage sull’area ex comunista) e Vip. Voghera important people (sui personaggi della città dove è cresciuto, da Carolina Invernizio ad Arbasino). Collabora con Saturno, in particolare occupandosi di ebook e nuove tecnologie. 10 novembre 2013 ore 21 Gabrielle Hamilton presenta Sangue, ossa e burro. L’educazione involontaria di uno chef Collana Overlook per Bompiani “Affascinante, divertente, seduttiva, poetica, provocatoria, materna, e qualche volta tutto questo tutto insieme. Una Cormac McCarthy della cucina.” The New York Times Un libro di cucina a-tipico. Come Il pranzo di Babette, una riflessione sul senso della vita e delle relazioni – mentre i piatti sfilano e accompagnano coi loro odori le nostre divagazioni. “Magnifico. Il miglior libro che uno chef abbia mai scritto.” Anthony Bourdain Prima di aprire uno dei ristoranti più famosi di New York – il “Prune” che è il nome con cui veniva chiamata da bambina – e diventare una delle chef più famose d’America, Gabrielle Hamilton ha avuto una vita complicata, in cui non era facile trovare un senso e una strada: una vita “segnata” da molte cucine diverse, le cucine delle famiglie mancate, sognate, inseguite. Anzitutto, c’era la cucina di casa, nel piccolo paese agricolo in cui la sua famiglia viveva e in cui – prima che i genitori si separassero – si organizzavano grandi cene con molti ospiti e tanti profumi. Poi la cucina un po’ squallida dei ristoranti in cui ha fatto la cameriera, per sbarcare il lunario ed essere indipendente: cucine anonime, puzzolenti di bruciato ma prive di calore, dove incomincia l’incubo della droga. E a seguire le cucine delle famiglie che l’hanno ospitata, nei suoi viaggi all’estero: in Francia, Grecia, Turchia. La cucina della suocera, in Italia: una masseria pugliese intrisa dei sapori del Meridione, dove impara – grazie al marito – ad apprezzare il valore della famiglia. E ,infine, conquistata a fatica, la cucina del suo “Prune”: il suo gioiello, la sua sfida, il suo successo. “Le persone hanno smarrito la capacità di decidere da soli cosa vogliono mangiare” sarà per questo che è da sempre allergica allo Chef Celebrity, “oggi si diventa noti senza alcun merito”. Infatti ha deciso di non fare tv, “sono pragmatica, non feticizzo il cibo, non mi va l’eccesso di sovrastrutture, eccovi il piatto, gli ingredienti stanno bene insieme, mangiate gente” intervista a Vanity Fair. “Anche se nel mio ristorante non preparo piatti della cucina italiana in senso stretto, cucino comunque all’italiana, pienamente consapevole del valore degli ingredienti e ben determinata a non intervenire più di tanto, nel mio Ristorante per cercare di restituire qualcosa a questo vostro Paese che tanto mi ha dato, e da cui traggo sempre un piacere infinito continuerò a salvaguardare la tradizione del Negroni servito nel modo più classico, a gustarmi la grappa sfregandomi le mani, a chiamare i miei figli “amore mio” e a sperare che tutte queste tradizioni non vengano dimenticate” da intervista a Il Messaggero Gabrielle Hamilton è chef e proprietaria del famoso ristorante “Prune”, nell’ East Village a New York. Ha conseguito un Master in Fine Arts presso l’Università del Michigan, i suoi scritti sono stati pubblicati su “The New Yorker”, “The New York Times”, “GQ”, “Bon Appétit”, “Saveur”, e “Food & Wine”. Hamilton ha curato inoltre la rubrica Chef Column del “The New York Times”, e la sua opera è stata raccolta in sei volumi di Best Food Writing. 16 novembre 2013 ore 21 Simone Perotti Presenta Dove sono gli uomini? Chiarelettere Libro-inchiesta sulla condizione dell’uomo tra trenta e cinquant’anni in crisi di collocazione, di energia, di orizzonte. Il libro è scritto a metà tra lo stile saggistico e quello narrativo, ed è costruito con le storie di decine di donne accomunate da un fenomeno estremamente attuale e condiviso: l’assenza degli uomini. Uomini impauriti, senza sogni, inerti. In giro, a divertirsi e tentare, soltanto donne. Che succede agli uomini? Mentre psicologi e sociologi si esercitano sulle più svariate teorie, mancava ancora uno sguardo dal basso fatto di storie e racconti di donne che da anni parlano della scomparsa del maschio (“o sono gay o sono impegnati”, “non si trova più un uomo decente”). Donne single o sposate, ma lasciate sole, e tuttavia ottimiste, piene di energia e capacità di rinnovarsi, fino alla spregiudicatezza. L’uomo invece è assente, incapace di trovare una collocazione sociale, massacrato dal lavoro, frustrato nelle sue aspirazioni, in crisi sessuale: essenzialmente solo mentre il mondo cambia. “I diritti non si ricevono, si conquistano. Nessuno ha offerto alle donne pari opportunità, pari condizioni: hanno dovuto lottare per averle, e lottano ancora oggi, dopo decenni. Hanno dovuto spiegare la loro complessità fino a perdere il fiato e la voce. Un cammino analogo attende gli uomini, che per primi devono ammettere la loro condizione di spaesamento, il loro bisogno di riscrivere un’identità troppo debole e confusa per funzionare e risultare attuale. Sono gli uomini a doversi analizzare come genere, a dover ammettere il fallimento o almeno l’inattualità del modello, a dover fare pace con la frustrazione professionale, a doversi concedere nuovi sogni e il coraggio per perseguirli. Se gli uomini non si riconoscono nell’idea di mascolinità e umanità con cui vengono giudicati, lo dicano. Se patiscono le donne per come sono diventate o il lavoro che li imprigiona lo dicano, alzino la voce, elaborino una prospettiva diversa, più adatta ai loro corpi e alle loro anime. Nessuno lo farà per loro. Potranno rivendicare solo ciò che manifestano, ciò che spiegano. Potranno esigere comprensione solo dopo aver parlato”. Simone Perotti. Nato a Frascati da famiglia ligure, Simone Perotti inizia a scrivere molto presto. Frequenta medie e liceo scientifico presso i Padri Salesiani. A 22 anni si laurea in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, con una tesi in Letteratura contemporanea sulla struttura del romanzo fantastico. Incerto se seguire la carriera universitaria come ricercatore o trovare un indirizzo nel mondo del lavoro, consegue un Master in Comunicazione e inizia la carriera di consulente e poi manager in agenzie e aziende italiane e multinazionali, facendo una discreta carriera. Nel frattempo continua a scrivere racconti e articoli per riviste underground e a navigare, prima come semplice appassionato, poi come skipper e istruttore di vela. Nel 1995, pubblica il suo primo libro, Zenzero e Nuvole – Manuale di nomadismo letterario e gastronomico, una raccolta di racconti avventurosi e fantastici abbinati ad altrettante ricette gastronomiche, con l’intento di mescolare vita, viaggi e sapori. Sostenuto e incoraggiato da Claudio Magris, Simone Perotti pubblica Stojan Decu, l’Altro Uomo (Bompiani, 2005), romanzo epico e visionario che, nell’arco dell’intero XX secolo, narra la molteplicità delle vite vissute da un personaggio enigmatico, eroe rivoluzionario che intreccia avventure e incontri straordinari fra terra e mare. Il romanzo vince la Volpe D’oro al Premio Letterario Cala di Volpe (2005). Nel 2007 è autore dell’ultimo capitolo (dedicato alla America’s Cup 2007) di Yacht da Regata (WhiteStar, 2007), libro giudicato fra i più importanti nel campo dell’editoria velica. Sempre il mare a fare da protagonista nell’opera successiva, L’estate del disincanto (Bompiani, 2008), storia ambientata nella Sicilia in piena Seconda guerra mondiale, a metà strada tra il romanzo di avventura e il libro di formazione. Del romanzo, lo scrittore Bjorn Larsson ha detto: “Tra Stevenson e Conrad, con un po’ di Salgari, ma con in più l’amicizia e l’amore, Perotti ha scritto un romanzo originale e colmo d’umanità, che piacerà agli amanti delle avventure in mare e in terra. Come è piaciuto a me.” Nello stesso anno, scrive Vele (WhiteStar, 2008), dedicato agli amanti del mare e della navigazione a vela, vincitore del Premio “Sanremo – Libro del Mare”. Nonostante la buona accoglienza della critica per i suoi romanzi, è con Adesso Basta – Lasciare il lavoro e cambiare vita che Perotti sale alla ribalta di pubblico e critica. Uscito nell’ottobre 2009, il libro è andato esaurito in pochi giorni dalla pubblicazione, stazionando ai vertici delle classifiche per mesi e divenendo un bestseller acclamato da media, vendite e social network. Il saggio descrive il fenomeno del downshifting (letteralmente: “scalare marcia”), ovvero la volontaria e consapevole autoriduzione del salario e delle ore di lavoro, per poter godere di maggiore tempo libero. Un’esperienza questa vissuta in prima persona e raccontata dall’autore che, dopo quasi vent’anni di carriera nel settore della comunicazione, ha lasciato il lavoro per dedicarsi alla scrittura e alla navigazione. Con Avanti Tutta – Manifesto per una rivolta individuale (Chiarelettere, gennaio 2011), Simone Perotti prosegue l’indagine sul cambiamento e la rivolta al Sistema, passando al registro del pamphlet politico e sociologico. Il secondo saggio dell’autore contiene anche la prima classificazione della “Generazione C” (“Cambio vita”) in 14 tipologie di orientamento al downshifting, risultato dell’analisi di circa 80.000 lettere e post ricevuti dai lettori nel corso del 2010. Con il suo terzo saggio, Ufficio di scollocamento (Chiarelettere, maggio 2012, scritto insieme a Paolo Ermani), l’autore passa dall’analisi alla proposta provocatoria e concreta per consentire a tutti una propria via verso lo scollocamento dal sistema del consumismo, della produzione, dello spreco. Gli uffici di scollocamento, pensati e progettati dall’autore, stanno effettivamente nascendo sul territorio italiano (Lombardia, Lazio, Umbria, Abruzzo). Molto legato alla crisi dell’individuo nella decadenza del modello di sviluppo economico e sociale, già delineata con i precedenti tre saggi, nel gennaio del 2013 Simone Perotti pubblica Dove sono gli uomini? (Chiarelettere), libro-inchiesta sulla condizione dell’uomo tra trenta e cinquant’anni in crisi di collocazione, di energia, di orizzonte. Il libro è scritto a metà tra lo stile saggistico e quello narrativo, ed è costruito con le storie di decine di donne accomunate da un fenomeno estremamente attuale e condiviso: l’assenza degli uomini. Nell’ottobre del 2012, Simone Perotti scrive (con Nicola Alvau) e conduce il programma televisivo Un’Altra Vita, per RAI 5. Tra Adesso Basta e Avanti Tutta, nel settembre del 2010, Simone Perotti pubblica Uomini senza vento (Garzanti Libri, settembre 2010). Nel maggio 2012 esce il sequel della storia: L’equilibrio della farfalla (Garzanti Libri, 2012), romanzo di formazione e di denuncia, che si svolge un anno e mezzo dopo gli eventi del precedente ed è tutto ambientato tra Corsica e Mar ligure. Perotti scrive anche articoli e reportage su temi di attualità e su viaggi, turismo e nautica per diversi quotidiani e magazines (Yacht & Sail, Yacht Capital, Dove, Style, Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano). 22 novembre 2013 alle 21 Pietrangelo Buttafuoco presenta Il dolore pazzo dell’amore collana Narratori Italiani Bompiani Tra leggenda e mito, favola e cronaca. Come in una contemporanea Mille e una notte, un libro dove il tempo si è fermato, unendo toni fiabeschi, cronache locali, trappole d’amore. “Le parole di Buttafuoco possono dar vita a quei sogni a occhi aperti che si fanno da ragazzi, nei quali il bene e il male sono entrambi affascinanti e misteriosi.” Elisabetta Rasy – Domenica del Sole 24Ore Questo libro non è una raccolta di storie. Sono “cunti” che fanno un unico “cunto”. Canti di un unico canto. Raccontati al modo dei cantastorie, forgiati sulla viva carne della memoria popolare, questi pezzi fanno della voce narrante l’orchestra di un mondo – il mondo che vive nell’emozione di paesaggi sazi di grano e di demoni. O, al contrario, nella risata di tipi tanto eccentrici quanto gravi di coerenza, nella nuda cronaca di disfatta e morte. Ecco allora il guascone rugbista diventato capomafia o la solare ascesa al cielo degli eroi del milite Zappalà, il soldato che combatté gli invasori e trovò la morte sulla spiaggia di Donnalucata. Comincia con i passettini dello Scravacchio, lo scarafaggio di tutti i Cunti, e si conclude con la rosa dai cento petali che in una notte nera d’aloe fece a gara di liuto con il cipresso d’argento. Pietrangelo Buttafuoco scrive sul “Foglio” e “La Repubblica”. È autore di Fogli consanguinei (Ar, 2001), Le Uova del Drago (Mondadori, 2005), L’Ultima del Diavolo (Mondadori, 2008), Cabaret Voltaire (Bompiani, 2008), Fimmini (Mondadori, 2009), Il lupo e la luna (Bompiani, 2011). Nipote dell’ex parlamentare dell’MSI Antonino Buttafuoco, dopo gli studi, prima a Leonforte e poi a Catania, in filosofia, Buttafuoco comincia la sua attività giornalistica al Secolo d’Italia, quotidiano dell’allora Movimento Sociale Italiano. Dal 1991 è componente del Comitato centrale di questo partito, e poi, dal congresso di Fiuggi, è componente dell’Assemblea nazionale di An, fino al 2003. Tra il dicembre 1995 e il 1996, è direttore del periodico L’Italia settimanale, dove si segnala per copertine dai titoli provocatori. Prima collabora con Il Giornale e poi viene assunto nella redazione romana, e alla fine degli anni novanta conduce per due stagioni, su Canale 5, chiamato dall’allora direttore Gianpaolo Sodano, la trasmissione Sali e Tabacchi. Lavora per alcuni anni al Foglio di Giuliano Ferrara, prima di approdare nel 2004 a Panorama, con la qualifica di “capo servizio”, chiamato da Pietro Calabrese. Nel 2005 pubblica per la Arnoldo Mondadori Editore il romanzo Le uova del drago, finalista al Premio Campiello 2006. In precedenza ha collaborato con le Edizioni di Ar, che hanno pubblicato una raccolta di suoi articoli dal titolo Fogli consanguinei. Nel 2006 realizza su LA7 Giarabub. Il 18 maggio 2007 viene nominato presidente del Teatro Stabile di Catania, succedendo al dimissionario Pippo Baudo. Da giugno a settembre 2007 conduce su LA7, in coppia con Alessandra Sardoni, la trasmissione Otto e mezzo, nella sostituzione estiva dei conduttori Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni. Il 5 febbraio 2008 esce per Arnoldo Mondadori Editore il suo secondo romanzo, L’ultima del diavolo in cui si parla della vicenda del monaco cristiano Bahira, che secondo una leggenda avrebbe riconosciuto nel giovane Maometto i segni del carisma profetico. Sempre nel 2008 esce Cabaret Voltaire, un saggio sul rapporto tra Islam e Occidente edito da Bompiani. Il 1º febbraio 2009 ha ricevuto la “Candelora d’Oro”, riconoscimento istituito dal Comune di Catania nel 1988. Nel novembre 2009 ha pubblicato il volume “Fìmmini”. A partire dal novembre 2011 conduce la trasmissione settimanale “Questa non è una pipa” su Rai5. Nel 2011 pubblica il romanzo “Il Lupo e la Luna” per la casa editrice Bompiani. Il 16 novembre 2011 è nominato consigliere d’amministrazione dell’Università degli Studi di Enna “Kore”. Da marzo 2012 scrive anche per il quotidiano La Repubblica. Dopo 5 anni, il 29 ottobre 2012, si dimette dalla presidenza del Teatro Stabile di Catania. Ha ripreso a scrivere per il Foglio. 5 dicembre 2013 ore 21 Massimo Gardella presenta Chi muore prima Guanda Quattro ragazzi, tre maschi e una femmina. Tutti coetanei o quasi, frequentavano lo stesso istituto superiore. E hanno condiviso la scelta della loro via di fuga: all’estremità di una corda. Suicidi figli di un’asfissia minore, quella della crisi che attanaglia la provincia di una metropoli industriosa, divorando ogni futuro. Ma è davvero tutto qui? L’ispettore Remo Jacobi, alle prese con la preoccupazione per l’amato padre Johan e con incubi di lontana memoria, si trova precipitato in un mondo di adolescenti che non gli è per niente familiare. E la “caccia al colpevole” che gli è stata affidata diventa un pellegrinaggio tra le miserie passate e gli incubi presenti di un’umanità alla deriva: dai genitori affranti di vittime e delinquenti a un’amica di famiglia troppo attraente per essere innocua, fino al personale della scuola, che gli toglierà ogni residua illusione sulle prospettive della gioventù. Quando una nuova morte rischia di mandare in pezzi la precaria salute mentale di Jacobi, sarà il suo vice Borghesi a tirare i fili dell’indagine in quella che appare una trama ordinata. Ma come sempre, i dettagli rivelatori si nascondono nelle aree più cupe del disegno. Massimo Gardella è traduttore di saggi e romanzi per diversi editori italiani. Nel 2009 è uscito il romanzo Il Quadrato di Blaum (Cabila Edizioni). Come musicista ha scritto le musiche per il documentario di Giorgio Fornoni Ai confini del mondo (Chiarelettere, 2010). Il primo romanzo con protagonista l’ispettore Remo Jacobi esce nel gennaio 2012 per le edizioni Guanda, e si intitola Il male quotidiano. 12 dicembre 2013 alle 21 Massimo Cavino presenta LEZIONE SU DIRITTO COSTITUZIONALE Nato ad Alessandria il 9 novembre 1973, oggi residente a Torino. Consegue la maturità classica presso il Liceo Ginnasio Giovanni Plana di Alessandria. Nel 1997 si laurea in Giurisprudenza presso la Seconda Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, col il punteggio di 110/110 con lode, menzione e dignità di stampa, discutendo con il Prof. Stefano Sicardi la tesi “Interpretazione della Costituzione”, tesi premiata come la migliore dell’anno accademico dal Senato accademico dell’Università degli Studi di Torino. Nel 2003 consegue il titolo di Dottore di ricerca dell’Università degli Studi di Milano. Nel 2001 è nominato ricercatore in Diritto costituzionale presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”. Dal 2006 è Professore associato di Diritto costituzionale presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”. Presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università del Piemonte Orientale tiene corsi di Diritto costituzionale, Diritto regionale, Diritto pubblico comparato, Retorica e argomentazione giuridica. Presso la Facoltà di Economia dell’Università del Piemonte Orientale tiene corsi di Diritto pubblico e di Metodologia Giuridica. Frequenta per le sue attività di ricerca il Groupe d’Etudes et de Recherches sur la Justice Constitutionnelle de l’Université Cezanne di Aix-en-Provence. È membro della redazione della rivista Diritto Pubblico Comparato ed Europeo. 19 dicembre 2013 alle 21 Alessandro Bertante presenta Estate crudele Rizzoli Alessio Slaviero è un uomo molto temuto nel suo quartiere, quel triangolo di strade strette che si estende a Milano tra viale Monza, via Padova e la ferrovia; il ventre oscuro della città, dove il territorio si conquista e si difende con la forza, tutti i giorni. Alessio Slaviero è un uomo assediato da mille ombre e da mille fantasmi. Il suo unico amico è Manuel, un travestito brasiliano bello come un adolescente cattivo, che abita nell’appartamento di fianco. Ma Alessio Slaviero è anche un uomo, forse l’ultimo, capace di intuire nella miseria del quotidiano la grandezza di un passato rimosso, e di aggrapparsi a una visione: una donna incantevole che ogni sera si affaccia, sul balcone di fronte al suo, per dare l’acqua alle piante. Se non una promessa di felicità, almeno la conferma che un senso può ancora esserci. Ma il caldo infernale dell’estate del 2003 avvolge e appanna la metropoli in una morsa che vanifica la speranza, istiga alla violenza e prelude a un ultimo scontro frontale. Ci saranno ferite e ritorsioni, passioni irrefrenabili, esaltazione e vergogna, finché arriverà il momento di prendere decisioni irreversibili. Alessandro Bertante restituisce una dimensione epica a un tempo, il nostro, che sembra avere smarrito la memoria. E ci regala un romanzo scorretto, di straordinaria potenza visionaria, che fa esplodere i contrasti e in cui ogni cosa, perfino la più semplice, vibra di un antico mistero. Alessandro Bertante è nato ad Alessandria nel 1969, vive a Milano. Nel 2000 ha pubblicato il romanzo Malavida (Leoncavallo Libri), nel 2005 è uscito il saggio Re Nudo (NDA Press), nel 2007 il saggio Contro il ’68 (Agenzia X), nel 2008 è uscito il romanzo Al Diavul, (Marsilio), vincitore del Premio Chianti e del Premio città di Bobbio, nel 2011 il romanzo Nina dei lupi, (Marsilio), finalista Premio Strega e vincitore del Premio Rieti, nel 2012 La magnifica Orda (Il Saggiatore). Il suo ultimo romanzo è Estate crudele (Rizzoli). Insegna alla NABA ed è stato condirettore artistico del festival letterario “Officina Italia”. Scrittore e critico letterario, vive e lavora a Milano. Collabora con “La Repubblica”, “Liberazione”, “Satisfiction” e “Pulp”, ed è condirettore artistico del festival letterario Officina Italia (assieme ad Antonio Scurati). Nel 2000 ha pubblicato il romanzo Malavida (Leoncavallo Libri), nel 2003 ha curato per Piemme la raccolta di racconti 10 storie per la pace, nel 2005 è uscito il saggio Re Nudo (NDA Press), nel 2007Contro il ’68 (Agenzia X). Con il romanzo Al diavul, edito da Marsilio nel 2008, ha vinto la 23° edizione del Premio letterario Chianti. Nel maggio 2009 è uscita, per le sue cure, la raccolta di racconti Voi non ci sarete (Agenzia X). Il suo terzo romanzo si intitola Nina dei lupi, ed è uscito nel febbraio 2011.