GIORNATA MEMORIA“Entrate tutte le persone nella camera a gas, le porte venivano chiuse (esse erano a tenuta d’aria)  e veniva lanciata, attraverso le valvole del soffitto, una preparazione chimica in forma di polvere grossolana, di colore grigio-azzurro, contenuta in scatole di latta…”.  Questo e altro scrivevano nel 1945 Primo Levi e Leonardo De Benedetti, compagni di prigionia ad Auschwitz.

In assoluto la prima testimonianza di Levi sul campo di concentramento, in cui fu recluso dal febbraio 1944 al gennaio 1945 con il numero identificativo 174.517: considerato avantesto di “Se questo è un uomo”, il resoconto fu pubblicato nel 1946 dalla rivista torinese Minerva Medica. Nel 2013, per sostenere il Centro Internazionale di Studi Primo Levi, la casa editrice Einaudi ne ha stampate 400 copie sotto al titolo di “Rapporto su Auschwitz”.

Il libro sarà presentato martedì 27 maggio, alle 17,30, nella sala conferenze di Palazzo Mazzetti per iniziativa di Israt, Polo Universitario Asti Studi Superiori, Centro Internazionale di Studi Primo Levi (ingresso libero). Interverranno Fabio Levi, direttore del Centro Studi, e Francesco Cassata, docente di Storia contemporanea all’Università di Genova.

“Rapporto su Auschwitz” è tra i primi resoconti sulla concreta realtà dei campi di sterminio offerti al pubblico italiano. Frutto della collaborazione tra un medico e un chimico, scritto con il taglio scientifico di un referto sulle condizioni igienico-sanitarie dei prigionieri internati a Monowitz, presenta un quadro agghiacciante dei molti metodi consapevolmente adottati dai nazisti per procedere alla sistematica e massiccia eliminazione di uomini, donne e bambini, in primo luogo ebrei.

L’eccezionalità del documento consiste anche nella determinazione con la quale Levi e De Benedetti cercarono di farne occasione di conoscenza e di riflessione, sforzandosi di diffonderlo nei primi mesi dopo il loro ritorno dalla deportazione.