Un viaggio per riflettere, stare insieme, per vivere meglio la propria interiorità, per conoscere se stessi aprendosi all’altro. Un gruppo di trentanove ragazzi della Diocesi di Asti trascorrerà una settimana nella comunità di Taizè. Un pellegrinaggio organizzato dalla Pastorale Giovanile che difficilmente i ragazzi dimenticheranno.

Giorno sette

Sì è conclusa oggi l’ultima giornata nella comunità di Taizé. L’ultima catechesi fatta oggi, voleva essere un aiuto e un monito per rendere il ritorno a casa più consapevole e significativo. “Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto” (Gv 15, 5). La partenza non deve essere, quindi, la fine, ma l’inizio di una missione che non deve essere compiuta da soli ma in comunione con gli altri e soprattutto ancorati alla vite, a Dio (“Io sono la vite, voi i tralci” Gv 15, 5).
Alle 17 il nostro gruppo ha avuto la possibilità di un incontro con Frère Alois e Frerè Jhon, fratelli della comunità di Taizé. Gli scambi sono stati molti e arricchenti. La semplicità unita alla possibilità di incontro sono stati gli aspetti che più ci hanno colpiti. Il titolo delle nostre giornate era “attivare e svegliare la nostra vita interiore” e da molti è stato sottolineata infatti l’importanza del silenzio e della preghiera personale. Inoltre, alcuni hanno notato come qui a Taizé, tutto si faccia preghiera: dal lavoro, al silenzio fino alla preghiera vera e propria. È emerso anche il lato di apertura di questa comunità: grazie ai workshop infatti, Taizé non resta un luogo a sé e isolato, ma, anzi, aperto al confronto su temi di grande attualità come lo è ad esempio l’attenzione al creato e alla salute del nostro pianeta.

Questa sera alle 20.30 ci sarà la preghiera della sera con la liturgia della luce pasquale. Ad ognuno verrà consegnata una piccola candela e insieme saranno accese durante la preghiera a simboleggiare la luce di Cristo risorto.

Don Rodrigo oggi ci affida le sue riflessioni riguardo questa esperienza.

“Condivido la mia esperienza di questi giorni qui a Taizé, con un sentimento di riconoscenza alla comunità dei frère per come ci hanno accolto durante questa settimana: attraverso la semplicità della preghiera, dei gruppi di condivisione, i servizi per tenere in ordine tutto lo spazio, l’attenzione alla natura. Potrei andare avanti con tanti altri esempi che sicuramente in questa settimana i nostri giovani hanno vissuto personalmente e condiviso tramite il diario giornaliero sulla gazzetta d’Asti. Ogni giorno abbiamo potuto sperimentare la bellezza del dialogo tra i cristiani, ognuno con la sua dottrina, stile, dubbi, paura, sensibilità, qualcuno molto lontano dalla fede, ma con il desiderio di mettersi in discussione per trovare la verità che si rivela nel volto umano di Gesù. Proprio in questi giorni in cui stiamo vivendo il nostro pellegrinaggio, Papa Francesco ci ha esortato a un ecumenismo capace di partire della nostra identità (cattolico, ortodosso, protestanti e altre confessioni cristiane) perché la nostra identità non si negozia ma si integra, si arricchisce.
I giovani della nostra diocesi ritornano a casa arricchiti dalla gioia dell’incontro con la Parola di Dio, con i fratelli e con il desiderio di continuare ad alimentare la loro vita interiore con la preghiera quotidiana e comunitaria. Ringrazio di cuore Don Luigino e Patrizia per la guida e l’organizzazione tecnica della nostra esperienza, il Vescovo Marco per aver condiviso con noi gli ultimi giorni del nostro pellegrinaggio donando spunti importanti per la crescita dei ragazzi, condividendo l’esperienza di fraternità nei momenti liberi con tanta gioia, semplicità e simpatia, e ai nostri giovani pellegrini per la capacità di mettersi in gioco tutto se stessi. Sono sicuro che questa esperienza porterà frutti nel cammino della nostra diocesi. Buon cammino ragazzi”.

Francesca Piovan