“Il Piemonte ha scongiurato – per ora – il commissariamento. Vorremmo però sapere: a che prezzo? Quanto salirà l’addizionale Irpef e in quanti anni sarà spalmato il debito di 900 milioni regalatoci dalla Giunta Bresso (Pd)? Quali sono gli accordi del nuovo “Programma di Rientro”?

Ricordiamo a Cota che il Piano di Rientro imposto sulla Sanità è una sorta di “commissariamento concordato” in cui non ci sono spazi di manovra. E che ad oggi non sono stati raggiunti nemmeno gli obiettivi dell’attuale piano di rientro, non solo per l’incapacità della Giunta Cota – che ha cambiato tre Assessori alla Sanità, anzi quattro, se consideriamo le deleghe tenute momentaneamente da Cota stesso, in tre anni – ma anche perché è difficile operare dei risparmi immediati in un sistema complesso come quello sanitario, dove si annidano gli sprechi, le clientele, le inefficienze. A maggior ragione se i tagli alla rete ospedaliera non sono preceduti da un adeguato confronto con le parti sociali e i cittadini, e se, in cambio, non viene potenziata la rete territoriale, compresa l’emergenza, come promesso.
Un nuovo Programma di Rientro in queste condizioni ci preoccupa assai. Se, come riteniamo, dovessimo rientrare in 3 anni, recuperare 300 milioni di euro l’anno senza aumentare le tasse del corrispondente saprebbe di inverosimile, visto che non siamo riusciti sinora a risparmiarne nemmeno 150 dalla Sanità. E non è accettabile ancora tagliare personale e servizi.
Aspettiamo la convocazione urgente di una Commissione congiunta Bilancio e Sanità per domani (tra l’altro sono 3 giorni che il Consiglio non lavora)”.


Davide Bono – Capogruppo MoVimento 5 Stelle Regione Piemonte