“Il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo, giunto alla scadenza del mandato, ha tracciato un bilancio della sua amministrazione. E’ stata  un’elencazione di attività di ordinaria gestione, senza un’ idea per la città nè iniziative incisive da parte degli assessori. Le vicende travagliate della giunta, della sua formazione, dell’avvicendamento degli assessori fino alla delega al bilancio rimasta nelle mani di Brignolo, dimostrano come, per poter restare in questa giunta, il requisito di “uomo quasi invisibile” salvo che in caso ,di cui non parleremo più e che rappresenta l’eccezione,  ha giovato molto. E’ quindi chiaro come questa sia stata “l’amministrazione del Sindaco” a cui tutto, nel bene e nel male, viene ricondotto. Gli anni passati sono stati indubbiamente duri da affrontare per i cittadini e per la classe politica, ma è proprio in questi casi che essere inadeguati non è consentito. Asti è saldamente collocata nel versante basso di tutte le classifiche nazionali e regionali riguardanti qualità della vita, ambiente e lavoro, e lì è rimasta in questi anni. Tutto ciò sarebbe ancora accettabile in quanto determinato da cause generali difficilmente risolvibili su base locale, quello che non è accettabile è la sordità  verso i cittadini e la mancanza di dialogo. Quello di Brignolo è stato in questi anni un monologo senza confronto, ovvero l’uomo solo al comando, che non ha inteso ragioni sulle sue incompatibilità a ricoprire più cariche (CRAT- Provincia), che, al contrario di quanto affermato nel suo programma, non ha mai interpellato la volontà dei suoi concittadini, nemmeno quando espressamente richiesto. E’ restato fisso nei sui suoi propositi, ricreando nel piccolo le dinamiche del suo capo di Roma che ha impostato il suo ruolo contro il resto del mondo, con gli esiti che abbiamo visto il 4 dicembre. Il vero bilancio è quindi un altro: è il Consiglio Comunale che ha perso via via pezzi della maggioranza, è il suo Partito che sembra più sopportarlo che sostenerlo, è l’opinione dei cittadini che, da quello che trapela, è tutt’altro che positiva. Per finire, non c’è traccia in conferenza stampa della vicenda del teleriscaldamento che lo ha visto rappresentare in pieno quello che abbiamo prima sostenuto, fino giungere ad essere in città l’unico ancora così convinto della bontà dell’iniziativa, l’unico che caparbiamente contro i suoi concittadini e contro ogni logica, vuole a tutti costi portare in fondo il suo proposito lasciando alla prossima amministrazione un’eredità che condizionerà Asti ed in particolare la zona nord e l’ospedale, per i prossimi 30 anni. Inspiegabilmente, a tre mesi dalla scadenza del suo mandato, ha impresso un’accelerazione ad una pratica che, iniziata nel novembre del 2014, non ha ancora ottenuto l’autorizzazione da parte della Provincia per la mancanza di quegli atti che avrebbero dovuto essere i primi ad essere prodotti. Questo è tanto più grave da parte di un Sindaco che non ha ancora detto se si ricandiderà. Noi pensiamo che sicuramente lo farà perché sarebbe da irresponsabili impegnarsi in una simile sfida già sapendo di lasciare ad altri tutte le conseguenze. Solo se si ricandiderà si potrà verificare con il voto, finalmente, il giudizio dei suoi concittadini su questa inutile ed assurda opera”. Anna Bosia, consigliere comunale