commercio“Lunedì sera ero presente al Centro Culturale S.Secondo come semplice uditore , per capire quali considerazioni e  valutazioni sarebbero potute emergere su progetti come quello di “Agrivillage” e de “La Porta del Monferrato  Langhe e Roero” che potrebbero avere un forte impatto sulle attività “commerciali” e del “ turismo ” ad Asti.  Devo dire che non vedere tra gli invitati una componente “fortemente rappresentativa” del settore , un pò mi ha  stupito. Vorrei comunque fare qualche breve considerazione partendo dal fatto che il rapporto mq per abitante ad  Asti è il più alto in Piemonte e già solo questo dato dovrebbe fare riflettere e suggerire che è ora di dire basta agli  insediamenti di GDO . Il secondo aspetto che ha una forte incidenza sulla economia astigiana è quello collegato alla  crisi industriale che ha ridotto drasticamente l’occupazione nella ns citta. Da qui la valenza ed il ruolo che assume  la piccola e media impresa , che va tutelata in modo diverso perché anche il commercio , la ristorazione e le attività  turistico alberghiere, stanno vivendo momenti molto difficili e stanno denunciando una preoccupante situazione di  disagio generale , vuoi per la pressione fiscale insostenibile , vuoi per il costo del lavoro e vuoi per la contrazione dei  consumi collegati alla crisi industriale.  Parlare di territorio o evocarlo sistematicamente è diventato quasi naturale , certo è che lo abbiamo maltrattato  ed adesso dobbiamo , tutti assieme , fare qualcosa per non peggiorare a situazione. Allora va bene parlare di  valorizzazione dei prodotti , di eno-gastronomia , dei monumenti con delle distinzioni , a cominciare da quella dalla  qualità dell’offerta che significa anche qualità della vita , che sono in grado di offrire le “botteghe” .  Se “chiudere bottega”era un modo di dire che oggi ha assunto un significato diverso da quello di qualche anno fa ,  perché vuol dire “cessare l’attività” , sono certo che chi invece “chiude bottega” a fine giornata e porta l’incasso  lontano da Asti , pregiudica ogni forma di reinvestimento , di produttività e di sviluppo a livello locale !  Proviamo allora a concentrare le forze su un “progetto di sviluppo per Asti” concreto e sostenibile , che si basi su una  pianificazione di medio lungo termine e che tenga conto delle necessarie convergenze e compatibilità dal punto di vista  urbanistico , commerciale , artigianale ed industriale , per facilitare l’insediamento di attività produttive e sviluppare  il turismo , individuando da subito soluzioni a quello che oggi rappresenta problema ambientare ed urbanistico in  centro città , cioè l’ex ospedale.  Questa è una priorità e non so se serva un approccio “laico” per affrontare certi temi , quel che è certo è che la  situazione di Asti va affrontata in modo sicuramente diverso e senza ulteriori perdite di tempo !  Ecco perché , prima di analizzare certi interventi o progetti , ritengo che varrebbe la pena di lavorare su un piano  di recupero del patrimonio immobiliare esistente del centro storico , che finirebbe sicuramente anche col favorire  l’insediamento di attività commerciali e artigianali ; creare le condizioni a monte intervenendo sul piano regolatore  per consentire al “Guccinelli” di turno , tanto per fare un esempio , di insediare una attività commerciale all’ex Upim ,  a condizione che partecipi all’intervento di recupero dell’ala dell’antico nosocomio dell’ ex ospedale o per quella della  “foresteria” dell’ex caserma Colli di Felizzano , potrebbe non essere utopico .  Una ipotesi che Confcommercio (la componente “fortemente rappresentativa” citato all’inizio) sposerebbe ,  mentre e per quanto riguarda gli altri 2 progetti , posso dire che il ns parere è stato espresso da tempo in modo molto  chiaro all’amministrazione, anche per scritto .  Il dato di fatto però è che al di la di tutte le considerazioni e le parole spese , siamo molto preoccupati per l’impatto  che alcune strutture di prossima apertura (Corso Venezia -ex mercato ortofrutticolo e Corso Alessandria -ex area  Scagnetti ) potranno aver sul commercio e sulla piccola e media impresa”. Claudio Bruno,  Direttore Confcommercio Asti