Giovanni Pensabene“Paolo Bagnadentro con il garbo e l’intelligenza che gli sono propri ci dà degli “smemorati”. Effettivamente ha ragione nel sostenere che gran parte dei contenuti dei nuovi patti parasociali erano già stati deliberati dalle diverse Amministrazioni succedutesi dopo il 2002. Accogliamo con piacere la dichiarazione che Asp ha i conti in ordine, anche perché siamo rimasti i soli sostenitori dell’importanza strategica di questa azienda.  Bagnadentro farebbe però torto alla sua, oltre che alla nostra, intelligenza se pensasse di convincerci che nulla è cambiato rispetto ai patti precedenti. La maggioranza che gestisce questa fase dell’amministrazione del Comune di Asti, con annessi e connessi, prendendo in parola lo slogan principale del twittatore fiorentino (alias Renzi) sta cambiando “verso” ai rapporti esistenti in Asp. La lettura in parallelo delle due versioni dei patti rende evidente lo spostamento di “potere” in favore di Nos anche laddove vengono usate le stesse parole. E’ sempre “il tono a fare la musica” e stupisce che il Presidente di Asp, novello mecenate di questo settore artistico, non lo colga. Questa svolta verso il privato è testimoniata anche dal ruolo predominante, quasi di dominus esclusivo, dell’Amministratore delegato che da esecutore della volontà del Consiglio di Amministrazione diventa ispiratore e unico attore protagonista dell’intera gestione di Asp. Il Consiglio di amministrazione viene relegato ad un ruolo di verifica del raggiungimento degli obiettivi ed il Presidente, spogliato letteralmente di qualsiasi delega (paragrafo 4.1 dei nuovi patti: le parti convengono che il Presidente del cda di Asp, al quale non sarà attribuita alcuna delega……………) svolgerà una funzione segretariale! Ed ancora: …” in ogni caso non potranno essere conferite deleghe se non a consiglieri di amministrazione designati da NOS…” (paragrafo 3.6). Questa svolta peraltro non nasce dal nulla ma è figlia del disprezzo della volontà popolare che coltivano Renzi e i suoi “fedeli”. Infatti l’input di indirizzare la gestione dei servizi pubblici sempre più verso il privato è esplicitamente contenuto nell’ultima  legge di stabilità approvata dal governo, a dispetto della volontà popolare sancita con i referendum del 2011, ed è rafforzato dal DDL Madia sulla riforma della P.A. approvato nei giorni scorsi in Senato. Altra stagione quella del 2007, quando si scriveva che il Comune di Asti poteva scendere fino al 51% della proprietà di Asp non si intendeva dare un ulteriore 4% ai privati ma agevolare l’ingresso di altri soci pubblici, l’allora Presidente della Provincia Marmo aveva dichiarato pubblicamente la disponibilità dell’Ente ad acquistare il 4% di Asp.  Non è un mistero che noi, partiti della Sinistra, sostenissimo in solitudine in quella maggioranza la necessità di riacquisire le quote vendute a Nos per fare diventare ASP una società di prorpietà di tutti i Comuni dell’Astigiano. Questo avrebbe consentito ad esempio di far concorrere Asp come gestore unico del Servizio Idrico Integrato dell’ATO 5. Lo spostamento verso il privato è ancora testimoniato dalle modalità con le quali NOS potrà restituire le azioni al Comune, con evidente tornaconto, nei casi di non rinnovo di uno qualsiasi dei contratti in essere  o dal fatto che alcune modifiche si siano rese necessarie per assecondare la costituenda società di scopo sul teleriscaldamento nella quale il ruolo del pubblico viene ridotto ai minimi termini. Vogliamo tranquillizzare il Presidente di Asp, non facciamo nessuna confusione tra la vicenda AstiMusica e la riduzione dei trasferimenti comunali sui trasporti. Saremo anche smemorati ma abbiamo ben presente sia che tra le “utility” cui deve attendere Asp non è prevista la cultura sia che la qualità del servizio di trasporto pubblico è seriamente messa in discussione dai continui tagli del personale addetto (10/15 autisti in meno negli ultimi anni!). Caro Presidente, tu che hai così buona memoria, ricorda che dissertare sulla lunghezza dell’unghia del dito che indica la luna, anziché sulla luna stessa, non è propriamente saggio. La luna in questione è la privatizzazione definitiva dei servizi pubblici così pervicacemente perseguita dall’Amministrazione Comunale di Asti”. Claudio Caron e Giovanni Pensabene