askoll (7)“La notizia del licenziamento collettivo per cessazione attività da parte della società Askoll P&C di Castell’Alfero è una doccia fredda per tutti. Le spiegazioni addotte dalla società non ci convincono, per questo porterò la questione in Parlamento chiedendo al nuovo Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di intervenire.” Ciò è quanto dichiara il deputato astigiano Paolo Nicolò Romano alla notizia dell’apertura della procedura di mobilità per 220 lavoratori dello stabilimento Askoll P&C di Castell’Alfero, in provincia di Asti. “Avevo già predisposto un’interpellanza urgente per chiedere al ministro dello sviluppo economico di attivarsi per discutere, con la società e i lavoratori, un nuovo piano industriale che salvaguardasse i livelli occupazionali dello stabilimento di Castell’Alfero. Infatti per venerdì 10 marzo prossimi era previsto un incontro a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, ma la Società ha ritenuto opportuno anticipare i tempi avviando la procedura di mobilità per cessazione attività adducendo discutibili ragioni di carattere economico. Su questo abbiamo i nostri dubbi. Innanzitutto perché il gruppo ASKOLL ha beneficiato di finanziamenti pubblici diretti ed indiretti, secondo perché è leader mondiale nella produzione di motori elettrici di molti elettrodomestici e nel settore dell’acquario. E’ un’azienda di dimensioni internazionali con sedi non solo in Italia ma anche in Messico, Slovacchia, Romania e Cina e il suo fatturato annuo si aggira sui 400 milioni di euro. Inoltre – continua il deputato di Asti  – detiene 600 brevetti depositati e investe 17 milioni di euro annui nello sviluppo tecnologico di prodotti e componenti, con laboratori anche a Castell’Alfero che è opportuno precisare è una realtà d’eccellenza di tutto rispetto. Allora perché questa procedura di mobilità? La ragione è solo speculativa! L’obiettivo della società è delocalizzare in Slovacchia tecnologia e competenze italiane, così come hanno fatto nel 2011 con lo stabilimento di Moncalieri.  Per questo – conclude il deputato Paolo Nicolò Romano – chiederemo al nuovo Governo e in particolare a colui che si atteggia per homo novus, Matteo Renzi, quali iniziative intende intraprendere per ostacolare una chiara operazione speculativa. Lo chiediamo a lui perché non ci fidiamo del nuovo Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, che di delocalizzazioni se ne intende avendo delocalizzato le sue imprese in Croazia e Romania”. Paolo Romano