“Dopo aver osservato 24 ore di prudente attesa, anche questa volta il governo non ci ha delusi. Se eravamo convinti che al presidente del consiglio, mancassero le idee, la correttezza verso i suoi concittadini e la totale indifferenza nel confronto delle attività produttive, oggi possiamo affermare che ogni dubbio è stato sciolto. Abbiamo appreso ieri le linee guida dell’ennesima manovra correttiva impostaci da Monti, ed al di la dello sconcerto generato dalle dichiarazioni tranquillizzanti su eventuali aumenti IVA, prontamente smentiti dal provvedimento presentato, si evince il classico “grattare il fondo del barile”. E’ sintomatico del malessere della classe dirigente, la miopia amministrativa, che ormai cronicizzata, porti a pensare che il rimedio di tutti i mali possa essere la Tobin Tax. Purtroppo, come già autorevoli economisti hanno ipotizzato, sarà una tassa che ricadrà per intero sulle spalle dei cittadini, in quanto gli organismi finanziari, si sono già attrezzati per scaricare sul secondo livello i costi generati da questa imposizione sul primo. Per tanto, se è vero che porterà alle casse dello stato un cospicuo introito, è altrettanto vero che come al solito saranno i cittadini a pagarne le conseguenze. Ciò si rifletterà sul PIL, che si contrarrà ulteriormente, già provatissimo delle recenti imposizioni fiscali. Il fondo “soci benemeriti” sul debito pubblico, con uno sconto del 19% dell’imposta lorda sui bot, è un ulteriore indice di instabilità e di rischio paese assolutamente preoccupante. Per tanto si colpiscono le fasce deboli, come le persone fisicamente svantaggiate, si riducono i fondi sanitari, si tassano le pensioni di guerra e di invalidità. Ovviamente, si tagliano i trasferimenti ai comuni virtuosi per finanziare quelli in situazioni di “predissesto”, che al di là del termine incapibile, suona tanto come la punizione a chi ha ben amministrato e il premio a chi invece deve essere salvato politicamente. Il clou, è rappresentato dalla chiusura del cantiere Ponte sullo stretto di Messina, che per le penali generate dal recesso unilaterale, portano 300 milioni di euro nelle tasche di qualcuno che francamente, non ne aveva proprio bisogno.  Il resto è “fuffa”, perché ipotizzare fatti riferiti al 2013/2014 con un altro governo ed un altro parlamento è pura fantasia. I problemi ci sono oggi, e per le imprese che rappresentiamo, non un solo miserabile euro è stato destinato. Ci domandiamo perché questo governo continui a gestire le persone con la matematica finanziaria. E’ sempre più difficile conciliare quest’ultima con la vita reale : lavoro, pane e dignità sono la base della civiltà, e se manca anche solo uno di questi pilastri, i problemi saranno seri. Sarà per questo motivo, che si taglia l’illuminazione pubblica: almeno di notte, nell’oscurità, anche i nostri politici potranno godere della loro ora d’aria”. Biagio Riccio, presidente Confartigianato Asti e Giuseppe Pulvino, presidente Cna