NICCOLO OLLINO“Il 12 ottobre prossimo si terranno in gran parte del Paese le elezioni provinciali. No, non ci siamo persi qualcosa dai tg o dai giornali, si tratta infatti di elezioni di secondo livello e avranno diritto di voto (ponderato) solo i consiglieri e assessori comunali della provincia interessata. Se ne è parlato poco e male, spesso a sproposito: spacciata come “riforma” per ridurre eccessi, sprechi e truppe della casta si tratta invece a tutti gli effetti di un grimaldello per forzare, con una buona dose di faccia di bronzo, progressivamente, l’idea della democrazia rappresentativa locale. Ma c’è di più, forse se ne è parlato poco perché come in molte province anche ad Asti si assiste alla riproposizione in dinamica locale della logica delle “larghe intese di governo” delle istituzioni e degli enti. E così a sostenere il sindaco Brignolo alla carica di Presidente della Provincia ci sarà una lista, l’unica lista della “competizione”, che raccoglie gran parte del Pd, Forza Italia e Lega. Esponenti politici di ognuna di queste forze politiche, spesso divisi anche aspramente tra maggioranza e opposizione nei rispettivi comuni vanno ora verso la spartizione politica per il governo unitario della provincia di Asti. Così Fabrizio Brignolo accanto ad Angela Quaglia, così Flavio Pesce accanto a Marco Gabusi, il sindaco di Canelli di destra che davanti alla possibilità di una migliore sistemazione logistica per decine e decine di migranti bulgari chiamati per vendemmiare in quel di Canelli e accampati in tende di cartone e nylon ha frapposto un metaforico ma neanche tanto “dovrete passare sul mio cadavere”. L’operazione non ci piace per nulla e pone una serie di problemi di carattere politico generale, oltre la consueta e normale e fisiologica opposizione di parte. Fabrizio Brignolo diventerà effettivamente uno e trino: presidente della Provincia, Sindaco, membro del cda della Banca CrAsti. La Provincia sarà in mano ad una compagine politicamente disomogenea (almeno in linea teorica, anche se da anni la convergenza è progressiva ed inarrestabile).  La lista si configura nelle intenzioni dei promotori come “comitato di salute pubblica”, quindi verrebbe da pensare ad un pool di esperti, anche se dell’ente Provincia dei dodici in lista solo due hanno esperienza diretta ed in un momento come questo, quando  sul nostro territorio la crisi sta letteralmente divorando il tessuto produttivo, sarebbe assolutamente doveroso non affidarsi all’improvvisazione.  Con questa logica spartitoria intere zone della provincia, e soprattutto i relativi problemi, rimarranno non rappresentati. Per tutte queste e altre ragioni Rifondazione Comunista dà un giudizio molto negativo su premesse ed evoluzioni di quella che sarà l’elezione provinciale mono-lista meno sentita di sempre e si augura che vi sia una affluenza di aventi diritto così bassa da innescare almeno un barlume di “riscossa democratica” portata dalla scarsissima legittimazione che ci auguriamo avrà il nuovo consiglio provinciale di Asti e le iniziative che dovesse assumere. Intendiamo portare alla luce la nostra immensa preoccupazione sul fatto che la riforma delle provincie possa essere il preludio per l’alterazione del titolo V della Costituzione”. Nicolò Ollino, segreterio provinciale Prc