GIORGIO GALVAGNO“Pensabene  dice  bene, ma non dice tutto. Vorrei completare la storia: dall’inizio. Il primo tentativo per costruire un palasport fu  proposto quando ero un giovane assessore ai lavori pubblici  con il sindaco Berzano. Ingenuo e pieno di entusiasmo, non credevo che qualcuno volesse farmi le scarpe proprio su una cosa del genere.  Comunque, vincendo attacchi di ogni genere, compresi i manifesti del partito comunista affissi alla Way Assauto ”Galvagno  sei un servo della Saclà” (la squadra di pallacanestro era sponsorizzata  da quell’azienda e  veleggiava verso la serie A) nonché quelle dei quattro consiglieri  comunali democristiani dell’Ave Maria (dal titolo di un film dell’epoca) riuscimmo ad approvare il progetto del un nuovo Palasport, 3500 con  posti con ampi spazi per tutte le attività. Era il  coronamento di un sogno. Purtroppo le avversità  politiche ebbero la meglio  e fecero  abortire il progetto. Il sindaco dichiarò: se non passa adesso, non passerà mai più. Infatti! Ma tentammo ancora. Io ero diventato  sindaco, Guglielmo Tovo presidente della provincia. Fu istituito un Consorzio per il Palasport presieduto dall’avvocato Alberto Pasta e altri. Niente da fare, tra ricorsi e carte bollate anche quest’iniziativa  abortì. Il tentativo fu ripreso con altri sindaci. Ultimamente sembrava tutto a posto, ma l’impresa che aveva vinto l’appalto ha dato forfait. E adesso? Il problema è quello  di tentare il recupero finanziamenti a suo tempo ottenuti assegnandoli su un nuovo progetto adattato  alle esigenze e ai tempi attuali realizzando un impianto che soddisfi le esigenze dello sport di base, le scuole, le società sportive, le famiglie e il costo di gestione sia sostenibile dalla città. Su questo sono d’accordo con  Pensabene. Questa d’altra parte era la nostra decisione finale  e naturalmente auguriamo all’Amministrazione comunale di  portare a termine questa iniziativa che sentiamo anche come nostra”. Giorgio Galvagno