“Caro direttore sono Giancarlo, operaio precoce con 52anni di età e 35 anni di contributi vorrei raccontare a lei caro direttore come vive sulla propria pelle un operaio la porcheria della Riff sulle pensioni fatta dalla sig Fornero: io avevo tanti sogni!!!dedicarmi ai miei hobby, avere più tempo per i miei nipoti, aver più tempo da dedicare ai miei genitori e invece grazie a questa Riff in un lampo tutti questi sogni sono svaniti nel nulla; è stato per molti lavoratori come un tornado che quando è passato ha lasciato milioni di operai nella più nera disperazione…..ma cosa aspetta il governo Letta a capire che se non manda in pensione i più vecchi che ormai sono logori e usurati nel fisico e nella mente non si creeranno mai altri posti di lavoro. Ma non le sembra caro direttore che 40 anni passati a lavorare in una fabbrica non siano abbastanza? Alzarsi per 20anni alle 5 per rientrare a casa alle 13 e gli altri 20anni andare per le 13 e rientrare a casa alla sera alle 21 ,e ritrovarsi tutti i giorni a competere con i tuoi colleghi con 10-15anni meno di te e non riuscire a stargli dietro nelle produzioni sempre più alte, e tu ci provi ma nom ci riesci perché non ce la fai più e per di più sentirsi richiamare dal primo capetto che passa e ti senti sempre piu  mortificato. La sig Fornero ha pianto quando a presentato la Riff…Io piango tutti i giorni prima di andare a lavorare e cerco tutti i giorni gli stimoli giusti per riuscirci ma diventa sempre più difficile e poi guardi la tv e vedi ministri che rubano di qua e di là e assessori che si fanno rimborsare le carmelle, le feste dei figli o adorottura la escort… e un tarlo si insinua nel mio cervello, un tarlo che mi fa pensare ‘quasi quasi vado a Torino davanti a casa della Fornero per gridarle in faccia tutta la mia disperazione’ ma la ragione e piu forte…e poi la vedi in tv la sig Fornero che dopo la sua Riff che ha fatto solo del danno creando ancora piu disoccupati creando un mare di esodati e mandando milioni di lavoratori nella più nera disperazione tornare a fare il suo lavoro: la professoressa. E il tarlo si insinua sempre più profondamente nel mio cervello e penso quasi quasi prendo una tanica di benzina vado sotto casa sua e mi do fuoco, un gesto estremo, ma poi la ragione mi fa desistere; c’è troppa gente che ha bisogno di me….mi alzo dal divano per andare a lavorare, guardo i miei cani gli do da mangiare e loro scodinzolando, ringraziano sembra mi dicano..anche per oggi ce la siamo cavata e si mettono a prendere il sole e io salgo in macchina per ricominciare la stessa vita che devo fare grazie alla porcheria della Fornero altri 9 anni..ma caro direttore dov’è l’equità in tutto questo?” Lettera firmata