“La ragione è molto semplice: il Comune di Asti non ha soldi e le aree verdi, per il loro mantenimento producono costi. E così si accettano contributi da Enti, Associazioni, circoli privati ed altre cose così  che si fanno avanti per “dare una mano, aiutare” il Comune a mantenere vive le aree verdi. Fin qui tutto bene. Ma, quando per farlo si invadono le aree verdi con cartelli promozionali e pubblicitari, violentando l’area che si dovrebbe curare e proteggere, allore le cose cambiano molto, e molto male. E non basta la scritta “Al verde della città ci pensiamo noi”. Stamattina mi sono imbattuto nella violenza subita dal monumento di piazza Medici, un’importantissima opera d’arte, uno dei biglietta da visita della nostra bella città. Mi sono cadute le braccia e mi sono incazzato. Ho tirato fuori dal borsello la Grigina, la mia piccola macchina fotografica che porto sempre con me ed ho fatto qualche scatto. Ma come si può fare una cosa così e mascherarla per “aiuto alla città”? Quei cartelli piantati nell’erba che pure “si vuole proteggere” sono un pugno nello stomaco di quel monumento, della città, della sua immagine, della sua valorizzazione culturale e turistica, che poi vuole anche dire promozione economica. Ma come si può avere così tanta arroganza, così tanta prosopopea da pensare “Metto dei soldi e quindi faccio cosa voglio”. Eh, no, così non va bene, non va assolutamente bene. Ci si dovrebbe ricordare che la città è di tutte le cittadine ed i cittadini che vi abitano e che contribuiscono al suo mantenimento pagando tasse e balzelli. Non basta versare un bonifico in banca per togliersi di dosso una colpa che sfiora il volgare. E’ tanto chiedere di aiutare la città con un po’, poca per la carità, sensibilità culturale ed un poco di amore “vero” per Asti? Cosa dovremmo fare? Aspettare, oltre le giostre alle rotonde, di vedere magari Vittorio Alfieri sulla sua piazza o i monumenti equestri di piazza Cairoli e dei Giardini PUBBLICI coperti da inviti promozionali o firme delle propria arroganza?. M’inchino davanti a chi vuole contribuire ma, per farlo sapere, non basterebbe una targhetta che affianchi quella che presenta il monumento? A quanto pare no, sembra che anche l’aiuto debba essere millantato, diventare spatuss al punto di passare dalla frase “Avete visto quanto siamo generosi?” alla frase “Avete visto quanto siamo furbi”? Per chiudere devo dire che mi dispiace che a dare l’assenso per questa violenza sia stata questa Amministrazione comunale che io ho sostenuto e votata. Siccome mi ritengo una persona libera di pensiero, allora devo liberamente domandarmi e domandare “Se l’avesse fatto la passata amministrazione, qualla con Giogio Galvagno sindaco, cosa sarebbe successo”? Viene semplice pensare che, anche ad Asti, come sta succedendo per il nostro Bel Paese, bisogna dare ragione a coloro che si ribellano ad un andazzo che sta ormai sfiorando la catastrofe. Amiamola la nostra cittè, amiamo Asti, non massacriamola. Non uccidiamo la sua Anima”. Livio Musso