luigipoggiL’Italia e gli Italiani appaiono sempre più in mano a un branco di incapaci, che hanno come unico scopo “TAPPARE I BUCHI” per restare dove sono, infischiandosene allegramente di un eventuale fallimento Italia  non considerandolo un  problema loro, ma esclusivamente un problema NOSTRO.

In base al Rapporto di coesione sociale stilato da Istat, Inps e Ministero del Lavoro, si evidenzia che nel 2012 si sia trovato in condizione di povertà il 12,7% delle famiglie residenti in Italia (+1,6 punti in più rispetto al 2011) e il 15,8% degli individui (+2,2 punti). La povertà assoluta colpisce invece il 6,8% delle famiglie e l’8% degli individui, i poveri in assoluto sono raddoppiati dal 2005 e triplicati nelle regioni del Nord (dal 2,5% al 6,4%).

La retribuzione mensile netta è stata di 1.304 euro per i lavoratori italiani e di 968 per gli stranieri, quindi fermo dal 2011. Quasi un pensionato su due (46,3%) ha un reddito da pensione inferiore a mille euro, il 38,6% ne percepisce uno fra mille e duemila euro, solo il 15,1% dei pensionati ha un reddito superiore ai duemila euro. Dal 2010 al 2012 il numero dei pensionati è diminuito mediamente dello 0,68%, mentre l’importo annuo medio è aumentato del 5,4%.

A fronte di ciò il rapporto rileva che il tasso di disoccupazione nel 2012 ha raggiunto il 10,7%, con un incremento di 2,3% punti percentuali rispetto al 2011. Il tasso di disoccupazione giovanile ha superato il 41%, con un balzo in avanti rispetto al 2011 di oltre sei punti percentuali. Se teniamo conto dell’entrata al lavoro che oggi si attesta mediamente intorno ai 30/31 anni per i più fortunati e che per molti ci sarà, nel migliore dei casi, una vita di lavoro precario, al raggiungimento dell’età pensionabile non corrisponderà il raggiungimento dei 42 anni di contribuzione e quindi con una pensione decurtata.

Se a questo aggiungiamo che la precarietà del lavoro, e mancati guadagni, la falcidia delle tasse, le spese come per il Gas, l’energia, Autostrade, Benzina, Iva, Affitti, Imu, Tasse sui rifiuti ecc. stanno riducendo a sotto zero  i pochi risparmi che i più fortunati riescono a fare, tutto questo ci porta a credere che entro pochi anni il tasso della assoluta povertà dei pensionati salirà di almeno il 20-30%, e che la gran parte della popolazione attiva non avrà un lavoro stabile e nemmeno una retribuzione sufficiente al fabbisogno personale e tanto meno di una famiglia.

Se non ci sarà a breve un’inversione di capacità di governo con nuove leggi in merito di economia che preveda una sostanziale riduzione della spesa pubblica e un forte alleggerimento delle tasse sul lavoro e sulle aziende, sarà il fallimento di questa nazione. Nemmeno Nerone pensava ad una così lenta agonia per il popolo”.

 

 Luigi Poggi   – Presidente de Patronato INAPA di Confartigianato Asti.