villa paolina“Leggo online la lettera del Consorzio Coala, gestore di Villa Paolina, in risposta alla mia del 16 maggio pubblicata su La Stampa. Ringrazio il Consorzio per le puntuali precisazioni. Questa risposta pubblica era necessaria, perchè alcuni genitori in questi giorni avevano telefonato al Consorzio stesso in merito alla questione dei profughi ospitati. L’utilità della lettera è anche testimoniata dal fatto che le due mamme “preoccupate”, ora, dopo aver letto il testo del Consorzio, hanno iscritto i loro figli all’estate ragazzi in Villa senza esitazioni. Non era, si badi bene, una questione di razzismo – la mia lettera si apriva lodando l’iniziativa di ospitare i profughi di guerra, sottolinenando lo spirito solidaristico degli astigiani -, ma di vera preoccupazione per la salute dei propri bambini, che, come si sa, sono più deboli e soggetti a prendere infezioni e malattie. Quando un italiano fa un viaggio in continenti lontani come l’Africa o l’Asia è obbligato a precisi vaccini per non incorrere in malattie non presenti nel nostro paese e per cui il nostro organismo non è sufficientemente protetto. Aggiungo poi, che, indipendentemente trattarsi di stranieri, extracomunitari o italiani, è bene, oltre che una regola, che gli adulti stiano con gli adulti e i bimbi con i loro coetanei. Pertanto, per quanto riguarda i tre ultimi ospiti minori a Villa Paolina, possono ancora restare purché sani di costituzione e della stessa età dei bimbi dell’estate ragazzi. Tanto dovevo a ulteriore e definitiva spiegazione”. Stefano Masino, Asti