“Siamo stufi del solito teatrino politico per cui gli eletti dei partiti (o, meglio, i nominati grazie al “porcellum”) prendono certe posizioni a Roma e poi, a livello locale, rappresentanti degli stessi partiti prendono posizioni differenti. Sappiamo benissimo che le scelte che sono state fatte dal Governo, comprese queste relative al riordino degli enti locali, sono sostenute a Roma da PD, PDL e UDC, che sul territorio invece le criticano. Compresa la Lega Nord che stessa scelta portava avanti con il Ministro Calderoli. Noi siamo per l’abolizione delle Province, ma non per tagliare i servizi, licenziare personale e pensare – illusoriamente – di sanare in questo modo la voragine di bilancio fatta dai politici attraverso scelte personalistiche, sprechi, clientele, costruzione di grandi opere, spesso inutili, costate 5-6 volte il previsto. Noi siamo per eliminare le Province, ridurre le poltrone, mantenendo servizi e personale, ridistribuendoli tra Comuni e Regioni. Non troviamo quindi accettabile la posizione del Governo Monti, che intende tagliare in modo discrezionale alcune Province, per ridurre la spesa pubblica. Discrezionale perché scegliere i 2500 km2 e i 350.000 abitanti è totalmente arbitrario: o si sopprimono tutte o non ha senso colpire le più piccole, che spesso sono le più marginali. Ricordo inoltre che la spesa pubblica dello Stato italiano, al netto della spesa per interessi sul debito e per le pensioni (già colpite, tartassando i lavoratori, e non i privilegiati) è più bassa della media europea e che è inaccettabile ripagare il debito pubblico con il taglio dei servizi. Servono manovre monetarie e fiscali per ripristinare la bilancia commerciale e far ripartire l’economia reale. Il Governo Monti dovrà tenere conto delle richieste fatte dai territori, cioè dai Sindaci, pena la violazione dell’art. 133 della Costituzione. Ovvio che ancora meglio sarebbe stato ascoltare direttamente i cittadini con referendum consultivi. Questo figurerebbe il vero rispetto della democrazia, il resto sono solo chiacchiere. Per questo non abbiamo partecipato al voto”. Davide Bono, capogruppo in Consiglio Regionale MoVimento 5 Stelle