ABOLIZIONE DELLE PROVINCE

“Si moltiplicano in questi giorni gli appelli dei partiti contro l’accorpamento dell’ente Provincia di Asti a quello di Alessandria. Tra coloro che criticano il decreto del Governo c’è anche chi in Parlamento sostiene tutte le proposte di Monti (in primis Pd e Pdl) compreso questo decreto sul “riordino delle Province” . Anche al bar si cominciano a sentire alcuni discorsi senza senso come: “Se cambia la provincia dovremo andare tutti a rifare la carta d’identità” o addirittura “Vogliono usare i soldi di Asti per sanare i debiti del Comune di Alessandria”. Naturalmente sono tutte falsità. Il MoVimento5stelle Asti ritiene obbrobrioso questo decreto del governo Monti (sostenuto da PD + PDL + UDC) che obbliga alcuni territori ad accorparsi senza nemmeno poter ascoltare prima i cittadini e capire cosa e come sarebbe meglio procedere. A nostro avviso avrebbe senso soltato procere subito all’abolizione totale di tutte le province in quanto la maggior parte delle competenze (cultura e sport, centri per l’impiego, strade e trasporti, scuole e formazione professionale) non richiede un ulteriore organo politico (e relativa ulteriore burocrazia per i cittadini) ma semplicemente una migliore organizzazione e può essere delegata ricollocando il personale della Provincia e le relative risorse e competenze, nei comuni e nelle regioni. Il primo impatto sarebbe quello di eliminare subito molte “poltrone politiche” oggi occupate da 110 Presidenti di Provincia, 1.074 Assessori provinciali e 3.258 Consiglieri provinciali per un costo annuo di circa €. 50.000.000. A questi costi vanno poi aggiunti quelli relativi alla gestione degli organi elettivi (assessori, consiglieri e loro collaboratori e staff): uffici, personale specifico, auto “blu”, rimborsi, spese di rappresentanza. L’abolizione totale deve riguardare quindi gli organi politici e salvaguardare l’identità locale mantenedo attivi sul territorio gli uffici e i servizi (bisogna abolire la Casta della Provincia, non chiudere gli uffici). Stessa cosa deve valere per i posti di lavoro del personale attualmente operante nelle province: la ricollocazione negli altri enti (Regione, Comuni, ecc.) deve garantire i livelli di occupazione attuale”.