“E’ un sentimento di rabbia quello che scaturisce dall’evidente tentativo di questo Assessorato di mettere al centro della propria idea di sanità pubblica il solo parametro economico,  arrivando addirittura a voler certificare un esubero degli infermieri negli ospedali Piemontesi  ed evitare le assunzioni dovute, tanto sbandierate a inizio mandato.  Non pensavamo si potesse arrivare a tanto. Ancora si vuole continuare a contare sulla responsabilità  e sul sacrificio degli infermieri, impegnati come sempre a garantire quei livelli minimi e possibili di  assistenza.  Infermieri che continuano a fare ore di straordinario, a saltare turni di riposo, a rinunciare a giorni di  ferie e a non poter programmare nulla della propria vita privata, perché si può essere richiamati da  un momento all’altro.  Infermieri che continuano a chiedere di poter lavorare in sicurezza. Infermieri la cui età media  negli ospedali pubblici inizia ad intravedere i 50 anni e che continuano a non veder arrivare  nuove forze ai quali insegnare qualcosa e dai quali apprendere qualcosa.  Sono in esponenziale aumento poi, il numero di professionisti con problematiche di idoneità fisica  con prescrizioni a causa dell’attività usurante svolta nei numerosi anni di lavoro  Infermieri che fino a ieri non hanno potuto godere di un adeguato tempo di riposo tra un turno ed un  altro e che senza nuove assunzioni questo sacrosanto diritto non potrà essere rispettato e  provocherà ulteriori disagi.  Ecco, come spesso avviene in politica, riteniamo che questa regione non abbia una benché minima  lungimiranza di programmazione per gli anni futuri. Si parte sempre dal parametro economico per  valutare cosa fare e non dal bisogno del cittadino per poi vedere dove trovare i fondi per fare ciò  che serve.  La procedura proposta da Saitta e Moirano sul calcolo del fabbisogno del personale, non è altro che  un mix del modello MAP dell’IPASVI e da ciò che è stato proposto dal consulente Ragnar  Gullstrand che con tutto il rispetto per le sue competenze in ambito economico-sanitario, di  professione non è sicuramente un infermiere o un medico.  Inoltre tale procedura, non tiene conto di alcuni parametri e variabili fondamentali  Noi riteniamo che sia un insulto affermare che gli infermieri sono in esubero.  NURSIND  REGIONE PIEMONTE     Com’è possibile affermare tutto ciò, quando buona parte dei colleghi supera le 36 ore settimanali di  lavoro? Com’è possibile che poter poter garantire un pubblico servizio, le Aziende sono costrette a  continuare la loro politica di assunzioni attraverso contratti di somministrazione (ex interinale) che  non fanno altro che creare lavoro precario o peggio ancora rivolgersi a Società private gestite da  Aziende Pubbliche? (VEDI AMOS)  E ancora, la Regione è a conoscenza che in buona parte delle Aziende Piemontesi, ci sono  grossissime difficoltà nel rivedere i Piani di Pronta Disponibilità, nel rispetto della Legge 161/14?  Di cosa stiamo parlando?  Non è rispettoso di una categoria che ha sempre dimostrato disponibilità a coprire le carenza di un  sistema. Una categoria che non ha mai rinunciato a spendersi per il paziente e per la propria  professionalità, rischiando tutti i giorni anche in prima persona.  Gli infermieri, che sono parte fondamentale dell’assistenza e del sistema sanitario, devono sapere  cosa pensa di fare o di non fare chi governa questa Regione. Questa volta non dobbiamo permettere  di superare il limite.  Noi del Nursind , il Sindacato delle professioni infermieristiche, non abbasseremo la guardia e non  esiteremo nel promuovere iniziative contro una politica volutamente cieca e pronta a far quadrare i  conti sulla pelle degli infermieri , ma soprattutto dei cittadini”. Nurnsind Asti