GIOVANNI PENSABENE GAZZETTA D'ASTI 2013“Quando Fabrizio Brignolo ha svelato, un anno fa, i nomi dei componenti la sua Giunta ho pensato che su una cosa sarebbe stato difficile fargli opposizione: la corretta interpretazione e applicazione delle diverse norme che regolano la vita amministrativa! La Giunta Brignolo, oltre alla preziosa collaborazione dei Dirigenti comune a tutte le Giunte, poteva e può vantare la presenza tra le sue fila di ben 4 avvocati. Invece con mia viva sorpresa vedo che non ne azzeccano neanche una! Nei giorni scorsi la Regione Piemonte ha comunicato al Sindaco che la Convenzione con la Casa di Riposo, per l’utilizzo a scavalco della Direttrice come Dirigente dei Servizi sociali, non poteva essere fatta. Cioè esattamente quello che ha sostenuto il sottoscritto con ripetute interrogazioni fin da novembre 2012. Il 21 maggio scorso ho presentato una interrogazione con la quale evidenziavo al Sindaco che la recente normativa (Decreto legislativo 39/2013) in materia di “inconferibilità/incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico”, faceva sorgere qualche dubbio circa la legittimità della nomina di un Consigliere Comunale, dimessosi all’atto della nomina, alla guida dell’ASP. Sia il Sindaco, privatamente, che il Presidente dell’Asp, pubblicamente, hanno sostenuto, in modo anche argomentato, che la norma non riguardava le nomine pregresse. Ovviamente da “zappatore del diritto” e a corto di argomenti non ho osato controbattere la loro autorevolissima opinione, senonchè in data 27 giugno 2013 la “Commissione indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche – Autorità Nazionale Anticorruzione” nella Delibera 46/2013, all’ultimo capoverso della seconda pagina, recita testualmente: “Gli incarichi e le cariche presi in esame dalla nuova disciplina sul punto, infatti, comportano l’espletamento di funzioni e poteri che si protraggono nel tempo (quali, ad esempio, atti di gestione finanziaria, atti di amministrazione e gestione del personale, ecc.)”. Trattandosi di un “rapporto di durata”, dunque, il fatto che l’origine dell’incarico si situa in un momento anteriore non può giustificare il perdurare nel tempo di una situazione di contrasto con la norma, seppur sopravvenuta. In buona sostanza il Presidente dell’Asp dovrebbe lasciare l’incarico. Da “zappatore del diritto” le mie osservazioni e le mie interrogazioni si fondano sull’analisi logica delle cose che leggo e non sulla loro rilevanza giuridica e quindi spesso prendo delle cantonate, meno comunque di quelle che prende la Giunta Brignolo. Non avendo un blasone giuridico da difendere pongo delle domande che possono rivelarsi sciocche. Ad esempio mi chiedo e chiedo: quello che vale per l’Asp varrà anche per il consiglio di amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio che in buona parte viene designato dal Sindaco e dal Presidente della Provincia? Non conosco la risposta corretta in termini giuridici ma l’analisi logica mi farebbe dire di sì. E allora mi chiedo ancora: come mai una buona parte della ex giunta provinciale (Ferraris, Cardona e Sodano), dopo aver lasciato alla deriva la nave che dovevano governare insieme alla loro Presidente, abbia trovato comodo approdo tra i lidi del Consiglio di Amministrazione e del Consiglio di indirizzo della fondazione? Probabilmente dal punto di vista formale la loro nomina è corretta ma dal punto di vista sostanziale, se le norme anticorruzione (vedi Decreto sopra citato) vogliono segnare anche un cambiamento culturale, sono molto discutibili!”   Giovanni Pensabene