“Ho raccolto ieri la testimonianza di una guida turistica, che desidero condividere su Gazzetta d’Asti per poi lanciare una proposta. “Un gruppo di turisti nel sottopasso della stazione. Un odore nauseabondo di urina… questi che iniziano a correre tappandosi il naso… ma dico io, che figure… se le varie amministrazioni comunali non riescono a tenerlo pulito, e soprattutto se gli astigiani sono così incivili perché non lo si chiude?”. 
In effetti, quello sollevato dalla guida è un problema serio: un pessimo biglietto da visita. Chi entrasse, anche per pochi istanti nella nostra città e dovesse transitare da quel lurido e buio sottopasso, non avrebbe torto a tacciare Asti come capitale del pattume e del cesso libero (com’era in India decenni fa). C’è da chiedersi se vale la pena tenerlo ancora aperto, quando a pochi metri, all’inizio di corso Matteotti, ci sono delle comode strisce pedonali all’aria aperta. Passi per quei graffiti disegnati tempo fa; ma non può passare che dei cittadini, ed eventuali quattro turisti, entrino in città attraverso un bidè. Pertanto mi associo a quanti chiedono la chiusura del sottopassaggio (inaugurato nel 1964, alla presenza del sindaco Giovanni Giraudi); oppure, in alternativa, che venga trasformato in una galleria d’arte o di esposizione prodotti locali. P.S. Un gentile signore mi fa notare che i graffiti colorati nel sottopasso di piazza Marconi sono stati disegnati in parte da ragazzi disabili. Ebbene, se questa notizia è vera, aggrava la situazione: per lasciarli in quelle condizioni di sporcizia, allora non v’é rispetto nemmeno per quegli autori”. Stefano Masino