Apprendiamo dal comunicato stampa ufficiale della Regione Piemonte, e dalle dichiarazioni degli assessori Gabusi ed Icardi, del potenziamento del servizio 118 sui territori di Canelli e Santo Stefano Belbo (comuni di cui i due assessori sono stati in passato sindaci).
Siamo certamente soddisfatti che la Regione Piemonte dia finalmente un segnale concreto di una rinnovata attenzione, troppo spesso spesa a parole e non nei fatti, ai bisogni di salute del territorio, tuttavia non possiamo non notare come, nel caso dell’Astigiano, questa attenzione abbia dimenticato colpevolmente il Nord della Provincia, nonché la città capoluogo.

Ci risulta, infatti, che nell’orario notturno tra le 20.00 e le 08.00 una solo ambulanza medicalizzata (cosiddetta Alfa), cioè con medico a bordo, sia a disposizione per un territorio che va dal comune di Cocconato a parte del Casalese e, fatto che riteniamo gravissimo, comprendendo anche la città di Asti: oltre 100.000 abitanti e un’estensione territoriale estremamente ampia. Mentre plaudiamo ad un’iniziativa che mette a disposizione della cittadinanza h24 un’Alfa e due India (mezzi di soccorso con infermiere a bordo), chiediamo, anzi pretendiamo che ci si interessi anche di quella parte della nostra Provincia che, ad oggi, risulta gravemente scoperta.

Moncalvo, comune baricentrico rispetto al territorio più a nord, attende da tempo che venga mantenuto un vecchio impegno da parte della Regione Piemonte: il mezzo di soccorso avanzato è attivo 12 ore (dalle 08.00 alle 20.00), ma dovrebbe essere portato ad h24 per poter garantire la copertura di un territorio così esteso e popolato. Cosa succederebbe se, dopo le 20.00 di sera, un cittadino di Cocconato dovesse avere un serio problema cardiaco ed il mezzo di soccorso avanzato risultasse già impegnato in Asti città? E se fosse il contrario? Sindaci e cittadini possono essere soddisfatti di questa situazione?

In politica, e ancor più in sanità, non devono esserci cittadini e territori di serie A e di serie B.
Lanciamo, dunque, un appello urgente ai nostri rappresentanti in Regione affinché, dopo aver portato a “casa propria” dei così importanti risultati, si attivino immediatamente per fare altrettanto sul resto del territorio. Il sindaco Rasero è informato di questa parziale implementazione del 118? Chi amministra Asti ha forse cose più importanti da fare che non preoccuparsi di un servizio essenziale come questo? Auspichiamo che almeno gli altri sindaci dei comuni astigiani, insieme agli amministratori della Provincia, si attivino nel condividere le nostre preoccupazioni e, come giusto, facciano il meglio per le proprie comunità di riferimento.

Partito Democratico Asti

Foto di repertorio