asti sicurezza“Signor Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, in questi giorni di festa Asti è stata sconvolta da un brutale fatto di cronaca. Venerdì 20 dicembre scorso, in pieno clima natalizio, il giovane tabaccaio Manuel Bacco è stato ucciso nel tentativo di difendersi durante una rapina. Questo episodio che ha avuto risalto anche a livello nazionale, è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso di una esasperazione collettiva ormai senza più voce. Asti, la famosa città del vino, è ormai considerata da ladri e rapinatori La Mecca. Siamo la prima città d’Italia per furti in abitazioni e sono in continuo aumento le rapine negli esercizi commerciali come l’esito mortale di questi giorni ci ha brutalmente mostrato. Non sono ancora stati diffusi dal Ministero dell’Interno il bilancio dei reati relativi al 2014. Ma è percezione diffusa ad Asti che tali dati non si discosteranno molto da quelli pessimi del 2013. La Provincia di Asti, infatti, ha collezionato il poco invidiabile primato di capitale italiana per i furti nelle abitazioni, più 44% rispetto all’anno precedente. Siamo tra i primi 10 in classifica per truffe e frodi, +38,8%, sono aumentati di un +10,2% i borseggi e di +5,3% le rapine negli esercizi commerciali. Per crimini totali siamo al ventitreesimo posto in classifica. Le altre città del Piemonte non se la passano meglio di certo. Torino è la quarta peggior città italiana per numero di delitti rapportati agli abitanti: 6.996 reati su 100mila cittadini, in totale quasi 161mila reati denunciati nel 2013. Adesso siamo in angosciosa attesa dei dati relativi all’anno che si sta concludendo, e quanto accaduto in questi giorni ad Asti non ci lascia certo sereni. La cosa che mi lascia stupefatto, e lascia stupefatti non solo gli Astigiani, ma tutti i cittadini italiani, è la noncuranza e il disinteresse con cui questi dati vengono trattati dal Governo nazionale e da Lei in primis. Da Lei che rappresenta la più alta autorità politica preposta a garantire la nostra sicurezza. Le scrivo questo perché, mentre le denunce in tutta Italia, nel 2013, sono aumentate del 2,6%, con un incremento notevole di rapine (+6,3%), truffe informatiche (+12%), estorsioni (+20,4%), furti in casa (+6%), borseggi (+12%) e altro ancora, il Governo nazionale, il Suo Governo, taglia drasticamente i servizi di sicurezza del nostro Paese. Apprendo, infatti, con stupore che nel 2015 saranno soppressi in tutta Italia 250 presidi di Polizia e questo in un momento storico in cui il Paese sta attraversando una profonda crisi economica che, come molti autorevoli analisti sostengono, farà aumentare i delitti contro le persone e i patrimoni. I cittadini tutti sono doppiamente penalizzati da una crisi profonda che morde i loro portafogli e la loro sicurezza personale e familiare, perché la congiuntura economica sfavorevole porta ad un aumento della micro e macro criminalità. Non è tollerabile che a pagare l’enorme buco del bilancio dello Stato, causato dai vergognosi sprechi della politica, siano sempre i cittadini con servizi pubblici sempre più ridotti e scadenti. Anche Asti sarà coinvolta in questa Sua/Vostra spending review con la soppressione del Presidio di Polizia Postale in un’epoca in cui la web criminalità (pedopornografia, frodi informatiche, cyber bullismo) è in piena ascesa. Perché, Signor ministro, non si attiva per contrastare i privilegi, la corruzione dilagante ed il parassitismo di Stato, causa prima di questo enorme debito pubblico? Perchè, invece, si tagliano i servizi ai cittadini? Perché, Signor Ministro, non si attiva per dar corso ad un processo di unificazione delle forze di polizia? Siamo l’unico Paese al mondo con ben sette Forze di Polizia, senza contare Vigili del Fuoco e Guardia Costiera! Perché, invece di chiudere strategici presidi su tutto il territorio nazionale, non riduce il ridondante ed elefantiaco apparato di vertice delle nostre forze di Polizia dove veramente si avrebbero significativi risparmi?
Perchè, signor Ministro, non si impegna a fare questo?
Sono certo che la morte di Manuel Bacco, giovane tabaccaio di Asti, non passerà inosservata. Ha destato le coscienze di tutti noi astigiani e spero anche la Sua, signor Ministro, che a giorni sarà preso da un’importante decisione: la nomina del nuovo Prefetto di Asti. Cominci a dare un reale segno di discontinuità. Asti non è più una piccola provincia del Nord opulento come un certo immaginario ci vuole rappresentare. La Provincia di Asti ha problemi non dissimili ad altre difficili realtà del Paese come ci confermano in tutta evidenza i dati sulla criminalità, la disoccupazione e il disagio sociale. Asti ha bisogno più che mai della presenza dello Stato e questo è possibile non riducendo i servizi pubblici, ma incrementandoli e rinvigorendoli. Per questo, e concludo, con questa mia lettera sono qui a manifestarle, oltre lo sdegno e il rammarico di tutti gli Astigiani per come la nostra Provincia è stata ridotta dal Governo che lei rappresenta, la necessità di un cambio di rotta a partire dalla nomina di un nuovo Prefetto che sia all’altezza delle difficili sfide che si troverà ad affrontare nel nostro, non più ridente, territorio”. Paolo Nicolò Romano, deputato del Movimento 5 Stelle