“All’appuntamento di ieri, lunedì 25 marzo, il portavoce dei “ferraioli” Gaetano Cadeddu  è stato invitato con la raccomandazione di “presentarsi da solo”. L’allusione poco elegante (per non dire altro) riguardava il rappresentante del Coordinamento Asti-Est che, nella precedente riunione, aveva suggerito di non ritorcere contro i “ferraioli” una evidente e documentata complessità normativa delle tutele ambientali. Che gli interlocutori dei “ferraioli” non avessero nessuna intenzione di misurarsi con quella complessità è risultato ancor più chiaro nel corso dell’appuntamento di ieri, a dispetto delle sentenze della Cassazione più volte citate, dei conflitti accesi dai “ferraioli” fin dal 2009 e moltiplicatisi nel presente anno in coincidenza con un inasprimento delle sanzioni, a dispetto del più o meno raffinato dibattito interpretativo del famoso art. 266 del TU nonché dei tentativi più o meno rozzi di riconoscimento dell’antico mestiere dei “ferraioli”, messi in campo da numerose amministrazioni pubbliche (un esempio per tutti quello di Catania). Questa ostinazione da replicanti non è stata per nulla apprezzata, non solo dal portavoce dei “ferraioli” ma anche dai “rottamatori” presenti che, nella filiera dei rifiuti (o materiali ferrosi) di cui si tratta, hanno un ruolo importante. Infatti, costretti dalle autorità di polizia a chiudere le porte dei loro magazzini, oltre che danneggiare se stessi agiscono direttamente sulla disponibilità di reddito di circa 400 famiglie di “ferraioli”. Come è evidente, la natura sociale, e dunque morale, del problema non può essere cancellata, neppure animando la più fervida militanza ambientalista o il più fervido amore per le “regole”. Chi si è animata, anche troppo per una signora, è stata l’assessora Parodi, che ha voluto opporre alle ragioni di sopravvivenza dei “ferraioli”, l’idea che questi ultimi siano dei ladri di rame e dei monatti del peggior inquinamento. Complimenti, è quel che si dice un approccio meditato !! In questo strumentale rovesciamento di prospettiva si sono cimentati anche gli altri funzionari di Comune e Provincia presenti e ciò ha tolto interesse all’ipotesi di costituire una cooperativa. Non ne ha nascosto le difficoltà, il funzionario di Conf, convocato per la bisogna. A questo proposito vale la pena di riferire che già nel 2009 tale ipotesi è stata presa in considerazione. In una assemblea partecipata da circa una trentina di “ferraioli”, nella sede della ConfCooperative, la disamina degli oneri e degli impegni di una tale soluzione del problema si è conclusa senza alcun entusiasmo e con una sostanziale rinuncia. A riprova di quell’esito, molte cooperative di “ferraioli”, che si erano costituite sul territorio nazionale, sono state indotte a chiudere la loro attività, condannate dall’impossibilità di documentare, a norma di TU, la “tracciabilità” dei materiali ferrosi trattati. Due appuntamenti non solo inutili ma dannosi perché contribuiscono a negare un problema, e insieme a quello, le ragioni dei “ferraioli”. La nostra proposta è, come si dice, “partecipativa”. La signora Parodi e gli altri sodali in Amministrazione e almeno un giornalista che ama l’inchiesta, facciano una giornata di lavoro con Gaetano, Alberto, e altri. Dunque, i rottami di ferro valgono oggi circa 16 cent/euro al Kg, in quanto al metallo rosso, se mai dovessimo trasportarne, possiamo assicurare che il calo recente del prezzo dipende dagli scioperi dei minatori cileni e dal venir meno della domanda dell’industria cinese, piuttosto che dai furti di cavetti, di cui alla cronaca di un ormai irrefrenabile malessere sociale. I “rottamatori” aperti li troviamo a Gropello o a Genova, dove il Testo Unico fa qualche falla. Le piccole boite che ci danno i loro rottami a poco prezzo e senza ricevute, altrimenti chiudono, le troviamo ovunque. I privati gentili che non ci vogliono rifilare la loro lavatrice chiedendoci 50 euro sono rari ma li troviamo a dispetto dell’egoismo e dell’opportunismo dominanti. Alla fine avremo almeno i soldi per pagare i debiti con la mensa scolastica o il canone d’affitto, o una parte degli insostenibili 1200 euro della assicurazione auto e avremo soprattutto le idee chiare per affrontare il problema e discuterlo a ragion veduta”.