ospedale“Ad Asti sembra tutto a posto: i proponenti della centrale di teleriscaldamento da 60 Mw, edifici “con caratteristiche industriali”, come vengono definiti nel progetto stesso (uno dei due principali alto come un palazzo di cinque piani più quattro canne fumarie alte 35 metri ed altre varie torri di ventilazione), che occuperebbe 6700 metri quadri del prato dell’ospedale sono certi che la centrale si farà. Spiegano che se alla centrale si allacceranno 500 condomini ci sarà una riduzione dell’inquinamento perché le loro attuali caldaie verranno spente. Ma in questo momento i 500 condomini non ci sono e non chiuderebbero le proprie caldaie già recentemente messe in efficienza. Allora, quale riduzione dell’inquinamento per Asti? E’ stata fatta una preliminare indagine di mercato al fine di determinare la reale potenzialità di futuri utenti o è tutto basato su ipotesi? Al momento l’unico edificio che potrebbe utilizzare i servizi della centrale è l’ospedale: allora, questo progetto non è un tantino sovradimensionato? Perché, se è vero che l’ospedale necessita di miglioramenti non si mettono a punto azioni di buon senso perché i servizi che offre e che, ricordiamo, sono in gran parte di eccellenza siano messi nelle condizioni di operare al meglio per la salute dei cittadini? Gli astigiani non vogliono quest’opera faraonica perché la vedono, così come presentata, sostanzialmente inutile, non vogliono vedere le proprie strade intasate dai cantieri per la posa in opera di 30 chilometri di tubazioni, non cambieranno nuovamente le proprie caldaie per un sistema dal quale, se non contenti, non potranno più sganciarsi. Gli utenti dell’ospedale, cittadini che lì ora vanno per ritrovare salute, e tutte le persone che vi lavorano non saranno contenti degli scorci sulle ciminiere, sulle enormi caldaie invece del prato con gli asinelli: chi sta male vorrebbe il silenzio, un’aria salubre per respirare, il bel paesaggio che già c’è con gli scorci sulle colline verso la chiesa romanica di Viatosto. Le famiglie, i bambini, tutte le persone che frequentano il parco di Rio Crosio, il campo sportivo, la pista ciclabile, gli studenti dell’Istituto di agraria e le scuole limitrofe e gli abitanti della zona non saranno contenti di questo cambiamento di paesaggio. Egregio sindaco, egregio assessore, impedite che venga concessa l’autorizzazione a costruire quest’opera inutile e dannosa sul terreno di proprietà dell’Azienda Sanitaria Locale perché quel terreno è un bene di tutti. Siamo lieti di sapere dal Sindaco, responsabile della Sanità pubblica, che “se la centrale dovesse inquinare di più, ad Asti la centrale non si farà né in ospedale, né altrove”, ma la questione ci pare solo di buon senso, prima che “tecnica”, nell’interesse di tutti e non di pochi”. Tiziana Valente per Tribunale per i Diritti del Malato – Cittadinanzattiva