“L’amministrazione comunale è cambiata da alcuni mesi, ma pare che l’attenzione nei confronti del verde pubblico non sia assolutamente mutata.

E’ evidente infatti l’incompetenza con la quale si gestiscono le aiuole che un tempo erano il “fiore” all’occhiello della città, se prima infatti si è provveduto ad eliminare le lavande e i mesembriantemi dall’aiuole spartitraffico di via Calcaterra, le graminacee ornamentali da via Annotto, le liriopi da piazza Vittorio Veneto, tutte essenze perenni che non avevano bisogno di cure particolari, neppure di irrigazione, chiedevano soltanto di essere lasciate vivere ad abbellire la città e di essere liberate qualche volta dalle erbe infestanti, adesso è la volta dei cespugli di ligustro che circondavano il monumento di piazzetta Santa Maria Nuova e delle rose: dove sono finite quelle tappezzanti delle aiuole di via Torchio per corso Savona?

Qualche giorno fa si vedevano ancora, anche fiorite, tra le erbacce adesso è stata fatta tabula rasa, eliminate alla base insieme all’erba infestante. La domanda nasce spontanea: non le hanno riconosciute e quindi si configura un “reato” di incompetenza o si è fatto scientemente e quindi proprio per voler  eliminare qualcosa di bello e decorativo?

Guardatele oggi queste aiuole, un tempo vanto del Servizio Aree Verdi Comunale: aree desolate senza neppure un prato che così possa definirsi, ma pronte a riempirsi di immondizia grazie all’inciviltà di molti cittadini.

Evidentemente però  la tendenza è quella di mantenere in ordine le aiuole togliendo i cespugli che le dovrebbero distinguere pensando che così sia più semplice, pratico e meno dispendioso gestire e mantenere il verde: togliamolo così non dobbiamo mantenerlo.

Ma in questo caso si è completamente fuori strada, non conoscendo le poche operazioni da fare per gestire le fioriture, la manutenzione diverrà sempre più difficoltosa ed il degrado sempre più evidente, ma allora asfaltiamo tutto così non ci saranno nemmeno le erbacce da togliere ogni tanto, a scapito del decoro e dell’ambiente.

In ultimo si ricorda che il danno non è soltanto ornamentale e ambientale, ma anche patrimoniale (ogni cespuglio ed ogni albero ha un valore economico facilmente quantificabile) e quindi erariale.

A quando un’inversione di tendenza?”

Cristina Fasolis e Tiziana Valente per Ambiente Asti