Nella giornata di martedì nello stabilimento dell’Euroweld (ex Ages) si è tenuto un incontro tra la direzione aziendale e le segreterie territoriali di Fim, Fiom, Uilm e le Rsu. “La convocazione è arrivata informalmente – commentano i sindacati – attraverso una serie di telefonate, e lo scenario prospettato dalla direzione aziendale ci ha fatto fare un tuffo nel passato”. La direzione delle Risorse Umane, del gruppo Stola (società a cui fa capo l’Euroweld), avrebbe infatti comunicato la decisione di procedere alla terziarizzazione di alcune lavorazioni interne dello stabilimento a una Cooperativa di produzione, “per ridurre i costi attuando una mera speculazione sul costo del personale” fanno sapere per i sindacati Silvano Uppo e Salvatore Pafundi. “Ai lavoratori che nell’ ultimo anno hanno lavorato nello stabilimento dell’Euroweld con contratti di somministrazione, viene proposta ora un’assunzione presso una cooperativa appaltante lavorazioni continuando a svolgere le mansioni presso lo stessa postazione con una riduzione delle retribuzioni. Situazione già vissuta in passato sempre al interno di questo stabilimento, dove con la precedente proprietà, lavoravano almeno tre soggetti distinti con differenze retributive e di inquadramento dei lavoratori. Tutto questo avviene in un sito produttivo strategico per il progetto “Porta del Monferrato, delle Langhe e del Roero”, poche settimane dopo una comunicazione aziendale indirizzata al sindaco di Asti dai contenuti vaghi ma non certo rassicuranti per il futuro dell’attuale sito produttivo astigiano, comunicazione trapelata a margine dell’incontro. La Uilm e la Fim non ritengono percorribile la strada delle riduzione costi a carico dei lavoratori come non è accettabile assecondare un percorso di disimpegno della società dal sito. Fim, Fiom, Uilm chiederanno un incontro urgente al sindaco per avere i chiarimenti necessari. Diventa ora indispensabile arrivare in tempi certi un confronto trasparente sul futuro del sito coinvolgendo istituzioni e parti sociali per evitare un ulteriore impoverimento industriale del territorio”.