“Con tutti gli Enti inutili che ancora esistono in Italia, è proprio così necessario mettere nel mirino le Camere di Commercio per iniziare a razionalizzazione e a tagliare?”. Il giorno successivo al risultato delle elezioni, per Claudio Bruno – direttore dell’Ascom Confcommercio di Asti – la domanda sarebbe da porsi in un contesto che lascia intravvedere la drastica prospettiva di interventi nei confronti di un ente di cui è sempre stata apprezzata l’efficienza.
A dire il vero, Renzi parla di cancellazione dell’obbligo di iscrizione al Registro Imprese. “Noi crediamo – sostieneBruno – che l’attività portata avanti dalle Camere di Commercio sia importanteanche perché viene svolta grazie alle quote versate dalle imprese del commercio, turismo, industria, agricoltura e artigianato che consentono agli enti camerali di avere non solo autonomia finanziaria, senza gravare sulle tasche dei cittadini o di chi non è utente diretto della struttura , ma di reinvestire anche sul territorio”.
“Il Registro delle Imprese è una opportunità di chiarezza, un esempio di legalità ispirato al principio di trasparenza – continua Bruno -. Rendere facoltativa l’iscrizione sarebbe un grosso sbaglio, farebbe venire meno una organizzazione presa ad esempio anche da molti paesi dell’Unione Europea che rappresenta un fiore all’occhiello nel campo della pubblica amministrazione anche grazie all’ammodernamento tecnologico che ha semplificato l’accesso ai dati da parte delle imprese non solo commerciali”.
Nella sola provincia di Asti, le realtà economiche iscritte alla CCIAA sono più di 24.000 e di queste oltre 5.000 operano nel settore commercio , 635 nei servizi e oltre 1400 nel settore del turismo .
“Abbiamo sempre apprezzato il lavoro portato avanti dall’Ente Camerale – aggiunge Bruno – consapevoli del fatto che circa il 70% delle quote annualmente versate dagli iscritti viene restituito alle stesse imprese sotto forma di servizi , cosi come crediamo sia giusto sottolineare certe scelte operate dalla Camera di Commercio di Asti improntate alla promozione dei prodotti, primo fra tutti il vino, che hanno portato a livello nazionale ed internazionale manifestazioni come la Douja d’Or e il Festival delle Sagre, ma non intendiamo neanche sottovalutare le iniziative e i bandi adottati a supporto delle imprese”.