Attimi di tensione, ieri sera, durante la seduta del consiglio comunale di Asti: un gruppo di manifestanti (circa una quarantina di persone) dopo essersi ritrovato nel tardo pomeriggio per un picchetto di protesta contro l’aumento dei parcheggi e l’emergenza abitativa, ha deciso di portare le proprie rimostranze nell’aula consiliare.
Dopo i continui richiami del presidente Giovanni Boccia, con lo scopo di chetare il vociare assordante che nel frattempo si era creato in aula, è stato necessario sospendere i lavori e rinviare la seduta in data da destinarsi.
La digos ha avuto un gran da fare per creare un “cordone di sicurezza” in modo che i consiglieri potessero guadagnarsi anzitempo l’uscita dal Municipio, una situazione imbarazzante e a tratti paradossale generatasi dopo il rifiuto, da parte della maggioranza, di cedere la parola ad alcuni rappresentanti dei manifestanti, molti dei quali appartenenti al coordinamento Asti Est e membri delle famiglie occupanti la palazzina di via Allende (il cui processo per occupazione abusiva di stabile, fissato in mattinata, è stato rinviato al 30 marzo per indisponibilità del giudice preposto) e di via Orfanotrofio, alle quali è giunto un invito di sgombero firmato dal Comune di Asti.
“Dimissioni, tutti a casa” e “Casa, lavoro, dignità” sono solo alcuni dei cori che si sono uditi distintamente nell’aula, diventata in breve tempo una vera e propria arena, specialmente al passaggio dell’assessore ai Servizi Sociali Pierfranco Verrua, contro cui sono stati rivolti insulti, anche pesanti, da parte di un gremito nugolo di protestanti, in particolare donne, esasperate – hanno commentato in seguito – dalla continua mancanza di risposte concrete all’emergenza abitativa.
Il sindaco, interpellato sull’accaduto, ha commentato: “Abbiamo sempre offerto la disponibilità di un incontro, con o senza appuntamento.  Impedire, in maniera pretestuosa, al Consiglio di lavorare è un fatto grave che non fa bene a loro (i manifestanti n.d.R.) e alle famiglie che hanno bisogno. Questa ormai si configura come un’inaudita presa di posizione con fini politici”.
Sulla stessa linea anche l’assessore Verrua: “Noi stiamo aiutando tutte le famiglie che hanno bisogno ma qui siamo di fronte ad una chiara strumentalizzazione dell’emergenza abitativa. Ora è importante capire chi ha occupato i locali dell’Asl di via Orfanotrofio: io ho i cognomi di due famiglie ed una di queste, in particolare, ha un reddito dichiarato di 18mila euro e quindi può sicuramente permettersi una casa. Ripeto, si stanno strumentalizzando queste persone portandole a compiere degli atti illegali”.
La replica del Coordinamento Asti Est non si è fatta attendere. “In città c’è un malessere diffuso, sordo, spesso sottotraccia – afferma Carlo Sottile, leader del movimento – che ora comincia a venire a galla. Stanno emergendo altri problemi sociali oltre a quello abitativo: il governo del territorio, le tariffe dei parcheggi,tematiche che non trovano risposte da parte di un interlocutore istituzionale. Il comportamento della Giunta è d’indifferenza e certe volte anche d’ostilità, insomma, dimostra un’incapacità a stabilire un dialogo con la città sofferente”.
Fabio Ruffinengo