Un primo incontro di rendicontazione e spiegazione. I deputati del Movimento Cinque Stelle Paolo Romano (astigiano) e Fabiana Dadone hanno incontrato i cittadini astigiani sabato 8 giugno nella Sala Consiliare della Provincia per informare su quello che hanno fatto nel corso dei primi mesi da parlamentari. Era presente anche Davide Bono, rappresentante di M5S in Regione. Romano, selezionato dal suo gruppo parlamentare come membro della IX Commissione (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni) ha esposto brevemente l’argomento dei suoi primi interventi. Sul decreto legge per il pagamento dei debiti scaduti sulla pubblica amministrazione il deputato ha criticato la decisione della Giunta regionale di non coinvolgere il Consiglio sul predisposizione del piano di rientro dal deficit del trasporto pubblico piemontese. Nel corso del “question time” alla Camera dello scorso 22 maggio sono state rivolte al ministro per lo Sviluppo Economico Falvio Zanonato domande sull’intenzione del Governo di salvaguardare l’interesse pubblico sul progetto annunciato da Telecom di scorporare la rete infrastrutturale dalle attività commerciali. Stimolati dalle domande e osservazioni da parte del pubblico, Romano e Dadone hanno ripercorso le decisioni del movimento ispirato da Beppe Grillo che hanno suscitato maggiori discussioni. Prima fra tutte, il rifiuto di appoggiare subito dopo le elezioni un Governo guidato da Pierluigi Bersani. “Bersani  – afferma Romano – non ci ha proposto nessuna alleanza. Ci ha solo chiesto di votare la fiducia sulla base di 8 punti programmatici molto vaghi”. La disponibilità a collaborare con il Pd arrivò poi con insieme alla richiesta di votare come presidente della Repubblica Stefano Rodotà, designato dal sondaggio on line riservato agli iscritti del blog di Beppe Grillo (c.d. Quirinarie). Sul nome di Rodotà, “politicamente da sempre vicino alla sinistra sia pure da indipendente”, il Pd non ha però voluto far convergere i suoi voti, accordandosi poi con il Pdl per la rielezione di Giorgio Napolitano. Romano ricorda che “quando ci fu la votazione decisiva mi trovavo fuori da Montecitorio insieme ai molti che invocavano il nome di Rodotà. Ho incontrato anche alcuni appartenenti ai Giovani Democratici, associazione giovanile del Pd”. “Dopo il raggiungimento del quorum decisivo  – aggiunge Dadone – dai banchi di maggioranza partirono nei nostri confronti applausi ironici accompagnati da insulti”. I parlamentari hanno fornito chiarimenti anche sul tema dell’indennità parlamentare, ribadendo l’impegno già sottoscritto da tutti i candidati M5S prima delle ultime elezioni politiche a trattenere dell’indennità parlamentare solo 5 mila euro lordi mensili e di restituire il resto allo Stato insieme all’assegno di fine mandato. Si è parlato anche di televisione, poiché, al contrario dei rifiuti iniziali, alcuni parlamentari pentastellati nelle ultime settimane hanno cominciato ad apparire in alcune trasmissioni di approfondimento. I parlamentari hanno spiegato che “purtroppo Internet non arriva a tutti e quindi dobbiamo confrontarci anche con la televisione”. Nel gruppo è emersa la linea di evitare i talk show e di partecipare a programmi dove viene prevista solo l’intervista da parte del giornalista conduttore. Michele Cascioli