Nel 2012 le presenze alberghiere sono diminuite del -2,5% (-5,4 per cento gli italiani, +1 gli stranieri) . E’ quanto risulta dal “Check Turismo” di Federalberghi, secondo la quale c’è stata una perdita unitaria di 7 milioni di pernottamenti alberghieri che, sommati alla parallela flessione dell’indotto ed alla generica frenata delle tariffe, ha generato un calo di circa 3 miliardi di euro per il giro d’affari ed un decremento del 10% dei fatturati delle sole imprese ricettive. Sul fronte dei collaboratori alberghieri, il 2012 ha chiuso con una diminuzione del 3% di lavoratori occupati, quantificabile nel solo comparto alberghiero in 10mila unità e in circa 60mila a livello aggregato di settore.Nel segmento dei lavoratori alberghieri a tempo indeterminato il dato annuo è stato di -3,1%, con picchi che sono andati dal -1,1% a gennaio al -4,8% di ottobre. Nel segmento dei lavoratori alberghieri a tempo determinato il dato annuo è stato di -2,8% con picchi che sono andati dallo 0%di marzo al -6% di dicembre. “Sono dati sicuramente negativi, eppure guardando al contesto internazionale c’è qualcosa che comincia a luccicare in fondo al tunnel”, commenta il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. “Al buon risultato della clientela straniera -continua Bocca – si contrappone il marcato calo della clientela interna che rispecchia fedelmente la grave crisi economica, anche se si può scorgere qualche avvisaglia di ripresa dal raffreddamento dello spr. ead, dalla stabilizzazione dei mercati finanziari e dal contenimento del tasso d’inflazione. La speranza che dunque auspichiamo è di una ripartenza nel 2013 delle spese delle famiglie italiane e straniere orientate al settore, incoraggiata da tariffe ferme da tre anni e proposte commerciali sempre più ricche di servizi aggiuntivi”. “Cosa ci aspettiamo adesso -conclude il presidente di Federalberghi -dal mondo politico? Agevolazioni fiscali dall’Imu alla Tares, semplificazioni per l’accesso al credito, promozione massiccia verso i Paesi ad economia forte della destinazione Italia, drastica riduzione del costo del lavoro sono le richieste che rivolgiamo ai candidati premier affinché le inseriscano nelle loro agende, oltre ad un piano strategico di breve-media durata che possa assicurare al turismo una lenta ma certa ripresa, indispensabile per tenere in vita le migliaia di imprese, garantire i milioni di posti di lavoro e mantenere gli introiti fiscali per le casse dello Stato”.