Con 36 voti favorevoli, l’astensione di Luv e la non partecipazione al voto del M5s, il Consiglio regionale ha approvato oggi la deliberazione sull’autonomia differenziata, il documento sulla cui base il presidente della Giunta regionale potrà sedere al tavolo di confronto con il governo per l’attribuzione alla regione di nuove competenze.
“Sono fiero del risultato raggiunto”, il primo commento del presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia, “ l’autonomia differenziata rappresenta un traguardo storico per il Piemonte. Ringrazio tutta l’assemblea legislativa per il lavoro svolto e le minoranze per il senso di responsabilità dimostrato. La nostra regione si appresta ad affrontare una sfida di maturità e serietà, anche se il percorso non sarà semplice, ma sono certo che servirà a garantire migliori condizioni di efficienza e benessere per tutti i piemontesi”.
“E’ un momento da assaporare, senza trionfalismi, ma consapevoli di aver fatto un passo importante nel processo di valorizzazione della nostra regione”, ha commentato in Aula il presidente della Giunta regionale Alberto Cirio,” sono soddisfatto che si sia giunti all’approvazione attraverso un voto che va al di là della maggioranza. Chiediamo al governo di darci più responsabilità per migliorare il nostro Piemonte, perché nell’autonomia differenziata c’è la possibilità di dare risposte migliori a tutti i cittadini”.
Per Alberto Preioni (Lega) “Oggi è un giorno importante per il Piemonte. Grazie alla Lega e alla sua forte connotazione autonomistica, il disegno per dare più competenze al Piemonte fa un importante passo avanti.  Nel lavoro svolto in Commissione, nel gruppo di lavoro e nell’Aula, è emerso come ci sia una effettiva necessità di trasferimento di funzioni sul nostro territorio per avvicinarle ai cittadini. Il forte consenso raccolto darà più forza al presidente nella trattativa con il governo”.
Domenico Ravetti (Pd) ha ricordato che il suo partito ha messo “ancora una volta al centro il destino del nostro Piemonte. Abbiamo proposto un percorso utile e modificato il testo iniziale con i nostri emendamenti, tanto che non vi siete discostati troppo dal documento Chiamparino. Il risultato raggiunto sulla scuola, con l’esclusione del reclutamento del personale tra le competenze regionali, su cui ci eravamo espressi in modo contrario, ci ha permesso di votare favorevolmente al provvedimento”.
Sul reclutamento del personale scolastico a livello regionale aveva espresso perplessità  anche Maurizio Marrone (Fdi): “C’è per noi un orgoglio particolare. Avevamo espresso il nostro sostegno, ma anche evidenziato alcune criticità del documento, come l’aspetto del reclutamento che avrebbe potuto essere interpretato  come conflittuale tra nord e sud. L’emendamento Fdi, Lega e Pd cancella qualsiasi equivoco sul provvedimento, inserendo le competenze regionali in una cornice di accordi maturati in conferenza stato-regioni,  mantenendo le competenze dell’ufficio scolastico regionale”.
Francesca Frediani ( M5s) ha motivato la non partecipazione al voto del suo gruppo: “Non siamo contro l’autonomia, lo abbiamo dimostrato durante i lavori con le nostre proposte, alcune delle quali sono state accolte e siamo soddisfatti. Purtroppo sulla maggioranza dei temi affrontati non ci avete convinto, a partire dalla scuola, e non solo per il reclutamento regionale del personale. Non possiamo condividere la visione del sistema formativo che emerge dal documento”.
Carlo Riva Vercellotti (Fi), presidente della prima Commissione, ha espresso la soddisfazione del suo gruppo per l’approvazione: “Si tratta di uno dei migliori documenti in Italia sull’autonomismo differenziato, rappresenta un’occasione importante per migliorare i servizi resi sul territorio. E’ bene che alcune funzioni si spostino dallo stato alle regioni, anche perché così ricadono  vicino ai cittadini. Migliorare in generale lo sviluppo del paese è la sfida che abbiamo di fronte, l’autonomia differenziata può aiutare a vincerla”.
Per Marco Grimaldi (Luv) “l’autonomia differenziata è utile se serve a garantire servizi migliori per la collettività, non ad accentuare le divisioni tra le regioni. Per questo mi astengo su una proposta che sembra più la rincorsa verso altri modelli che non ci appartengono, e in cui mancano i due temi davvero necessari: la crisi ambientale e climatica e la crisi del lavoro. Sono contento che almeno sulla scuola si sia fatto un passo indietro”.
La delibera approvata chiede di trasferire competenze dallo stato alla Regione Piemonte sulle seguenti materie: governo del territorio, beni paesaggistici e culturali; protezione civile e infrastrutture; tutela del lavoro, istruzione tecnica e professionale, istruzione e formazione professionale e istruzione universitaria; tutela della salute; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario;  ambiente; rapporti internazionali e con l’Unione europea; commercio con l’estero; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; organizzazione della giustizia di pace; protezione della fauna e dell’esercizio dell’attività venatoria; ordinamento sportivo; produzione, trasporto e distribuzione dell’energia; alimentazione; politiche di sviluppo e promozione delle aree montane.