Le criticità della fase congiunturale che sta attraversando il sistema economico regionale si ripercuotono anche nei settori del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione. Nel I trimestre 2013, infatti, il fatturato (a valori correnti, iva esclusa) delle imprese piemontesi del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione ha registrato una variazione del -1,9% rispetto allo stesso trimestre del 2012. La flessione risulterebbe ancora più intensa se valutata al netto della componente inflativa: nel periodo gennaio-marzo 2013, infatti, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) del Piemonte ha registrato un aumento dell’1,9% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. È quanto emerge dall’indagine congiunturale sui settori del commercio e della ristorazione relativa al I trimestre 2013, realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di aprile e maggio 2013 con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2013, e ha coinvolto 1.108 imprese piemontesi dei settori del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione, per un volume d’affari complessivo pari a 3,65 miliardi di euro. In un contesto economico che permane critico, anche i settori del commercio e della ristorazione mostrano evidenti segnali di difficoltà. La diminuzione progressiva del potere d’acquisto delle famiglie colpisce infatti sia le strutture di vendita medio grandi, sia i piccoli esercizi di vicinato. Si rendono quindi indispensabili efficaci interventi di supporto alla domanda interna da parte del sistema camerale e degli attori istituzionali: serve un lavoro di squadra che infonda nuovo coraggio e una rinnovata fiducia alle aziende e ai consumatori del nostro territorio” ha dichiarato Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte.   Scendendo nel dettaglio delle categorie merceologiche oggetto di indagine, si osserva un andamento differenziato del volume d’affari generato. Gli esercizi commerciali appartenenti al dettaglio tradizionale – esercizi di vicinato – hanno realizzato un decremento del fatturato dello 0,3% rispetto al I trimestre 2012, mentre quelli della grande distribuzione organizzata – medie e grandi strutture di vendita – hanno riscontrato una diminuzione tendenziale del 2,9%. Il volume d’affari complessivamente generato dalle imprese della ristorazione si è ridotto dello 0,2% rispetto al periodo gennaio-marzo 2012.   Scendendo nel dettaglio degli esercizi di vicinato, si rileva la flessione del fatturato scontata dai settori dell’abbigliamento (-2,0%) e della cultura e tempo libero (-0,4%), cui si affianca il risultato, solo debolmente positivo, dell’alimentare (+0,2%); risultati migliori si registrano, invece, per gli esercizi di vicinato che operano nella vendita di prodotti legati alle sfere dei prodotti per la casa e ICT (+3,7%) e degli altri prodotti (+2,6%).

La contrazione del fatturato a valori correnti ha interessato tutte le realtà provinciali, a eccezione della provincia di Novara, che ha registrato un lieve incremento tendenziale dello 0,9%. Le province di Vercelli, Alessandria, Torino e Asti hanno realizzato decrementi tendenziali del volume d’affari del -5,2%, -2,4%, -2,3% e -2,2%. A seguire le flessioni tendenziali del fatturato riscontrate nelle restanti province: si va dal -1,2% di Cuneo al -1,1% di Biella, passando per il -0,4% del Verbano Cusio Ossola.
Alla flessione del fatturato si accompagna un giudizio tutt’altro che positivo fornito dagli imprenditori intervistati in merito all’andamento degli ordini ai fornitori: il 67% degli intervistati ne ha dichiarato una contrazione nel trimestre in esame (rispetto allo stesso periodo del 2012), solo il 7% un aumento, generando così un saldo di opinione negativo per ben 60 punti percentuale.   Le previsioni degli imprenditori piemontesi per il periodo aprile-giugno 2013 registrano segnali negativi per tutte le principali voci, in particolare per quanto concerne gli ordini effettuati ai fornitori (con un saldo di opinione negativo per 34 punti), il fatturato (con un saldo di opinione di -33 punti) e l’occupazione (per cui si registra un saldo negativo per 11 punti).