violenza donneOggi, lunedì 25 novembre nel mondo si celebra la giornata contro la violenza sulle donne. Asti per  l’occasione ha deciso di organizzare una serie di appuntamenti per informare e sensibilizzare la popolazione sulla delicata tematica che ogni anno fa più morti degli incidenti stradali o delle malattie nelle donne fra i 40 e i 50 anni. Da venerdì in città si sono svolti convegni, spettacoli, ma anche aperitivi e manifestazioni in una sorta di percorso “formativo” che trova il suo culmine oggi, 25 novembre, con una serie di interessanti appuntamenti. Alle 17 in Sala Pastrone andrà in scena lo spettacolo  “L’inferno non esiste?”. Il monologo di Laura Lattuada è tratto da un dittico di Susanna Tamaro e rappresenta un’indagine cruda sull’esperienza di due donne che subiscono violenza in ambito famigliare. Le sensazioni sono differenti così come i personaggi, ma il comune denominatore è il dolore, incrementato dalla paura di confessare la verità e reso più sopportabile dalla speranza che il loro racconto possa aiutare in qualche modo chi ascolta. La regia è affidata a Matteo Tarasco, l’ingresso è libero fino a esaurimento posti. Alle 18.30, invece, piazza San Secondo sarà invasa da 500 scarpe rosse  simbolo della lotta contro il femminicidio,  grazie all’impegno dell’associazione Creative che hanno raccolto in questi mesi, diverse paia di calzature da donna, da sempre simbolo di femminilità, emancipazione e seduzione. Modelli di ogni foggia e numero, ma tutte dello stesso colore: rosso. Rosso come il sangue, per ricordare le donne che dall’inizio dell’anno hanno perso la vita in Italia per mano degli uomini. Le iniziative per la giornata nazionale contro il femminicidio si concluderanno martedì con la conferenza “Parola all’esperienza”, in sala Pastrone alle 15,30, a cura dell’associazione Orecchio di Venere. Il centro di ascolto della Croce Rossa da 4 anni offre supporto e sostegno alle persone (donne, minori, anziani) vittime di violenza, anche la più subdola e devastante: quella domestica. Il gruppo illustrerà al microfono le varie esperienze e presenterà statistiche e relazioni a proposito dell’attività sul territorio, curata da volontari, medici, assistenti sociali e avvocati che fanno parte dell’organizzazione. In più, si parlerà delle “case segrete” che accolgono le vittime dell’arbitrio altrui offrendo, oltre all’indispensabile sostegno psicologico, vitto e alloggio e consulenza legale. Ma parliamo di numeri. In Europa la violenza è la prima causa di morte di invalidità permanente delle donne tra i 14 e i 50 anni. In Italia più di 6 milioni e mezzo di donne (31,9%) hanno subito almeno una volta nella vita una forma di aggressione fisica o sessuale. Un terzo delle vittime subisce atti di violenza sia fisica che sessuale. 2.938.000 donne (14.3%) hanno subito violenza fisica o sessuale dal partner attuale o dall’ex partner. L’11.5% delle donne incinte hanno subito violenza fisica o sessuale dal partner durante la gravidanza. Il 69,7% degli stupri è opera del partner. Solo il 18.2% delle donne che hanno subito violenza fisica o sessuale in famiglia considera la violenza subita un reato. Il 96% dei maltrattamenti non vengono denunciati dalle vittime. Nello specifico al pronto soccorso di Asti, nel 2013,  sono stati registrati 76 accessi, di cui 59 donne, 9 uomini e 8 minori; sei persone sono state ricoverate, e l’età media delle vittime è di 39 anni. Per quanto riguarda la nazionalità: 44 italiane, 9 marocchine, 8 romene, e 15 di altre etnie. L’ospedale di Nizza ha fatto registrare 28 accessi (21 donne, 6 uomini e 1 minore); età media 41 anni. Uscire dalla violenza però è possibile, servono coraggio, cultura e formazione come sottolineano dall’Asl in prima linea contro questa guerra che miete più vittime degli incidenti stradali e delle malattie. Maggiori dettagli sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 22 novembre 2013.