AMIANTOL’amianto in Piemonte continua a costituire una potenziale minaccia per la salute: solo una minima parte degli 87 mila siti individuati dall’Arpa è stata bonificata, principalmente per carenza di risorse. Un segnale di forte preoccupazione, mentre a livello nazionale la nostra regione mantiene il primato negativo sui decessi per neoplasie (4 mila casi stimati in Italia, il 18% dei quali registrati in Piemonte con l’apporto decisivo dell’Eternit). Un protocollo d’intesa siglato tra il presidente dell’Anci Piemonte Andrea Ballarè e i segretari regionali di Cgil (Laura Seidita), Cisl (Marcello Maggio) e Uil (Francesco Lo Grasso) riporta in primo piano il problema, indicando le direttrici su cui è urgente intervenire. Anzitutto si guarda al Governo e alla Regione: al primo si chiede l’immediata applicazione del Piano nazionale amianto, che prevede interventi sulle bonifiche e sugli aspetti sanitari e di tutela sociale, alla seconda di deliberare l’apposito piano 2015/2020 che riguarda, tra l’altro, interventi di prevenzione nei luoghi di lavoro. “Occorre poi – sottolinea Andrea Ballarè – rendere disponibili le risorse, a partire dai fondi strutturali 2014-2020, mentre vanno escluse dal Patto di stabilità quelle dei Comuni destinate alla messa in sicurezza e alla bonifica dei materiali contenenti amianto”. Nel protocollo sottoscritto, l’Associazione dei Comuni e i sindacati indicano come prioritarie, nell’ambito degli interventi sulle strutture pubbliche, le bonifiche di scuole e ospedali e sollecitano un provvedimento ad hoc per i proprietari dei manufatti: se da un lato li si impegna a intervenire per rimuovere l’amianto, dall’altro li si sostiene con incentivi e facilitazioni economiche. Le parti, inoltre, sensibilizzeranno il Governo e i parlamentari piemontesi affinché, alla stregua del bonus arte, si giunga a un provvedimento per il recupero fiscale, in tre anni, del 65% della spesa sostenuta per la rimozione dell’amianto. Con il sistema bancario si lavorerà invece per creare strumenti finanziari agevolati riservati ai privati. “E’ inoltre urgente individuare – spiega Ballarè – nuove discariche per colmare la carenza di strutture idonee allo smaltimento: oggi oltre il 60% dell’amianto bonificato viene esportato all’estero. L’Anci si attiverà per promuovere accordi interistituzionali, con il coinvolgimento del Ministero dell’Ambiente, della Regione e dei Comuni”. Attualmente sono in funzione i centri di Casale Monferrato, Barricalla (Grugliasco) e Cameri (Novara), Il protocollo sottoscritto con Cgil, Cisl e Uil punta anche all’apertura di Sportelli Amianto nei comuni piemontesi di maggiori dimensioni, a dare continuità agli interventi di sorveglianza attiva, ai centri di cura specialistici e alla ricerca delle cure per le malattie da asbesto. Si pensa, infine, alla costituzione di un fondo destinato ai cittadini meno abbienti alimentato dal gettito dell’Iva proveniente dalle bonifiche.