vignaleRecupero delle borgate montane attraverso la valorizzazione del modello di ospitalità diffusa. Con il voto del ddl. 344 “Disposizioni collegate alla legge finanziaria 2013”, approda anche in Piemonte l’albergo diffuso. Al fine di ottimizzare l’offerta turistica dei comuni montani, infatti, su proposta dell’assessore Viganle, all’interno del testo votato è stato inserito nella normativa regionale in materia di classificazione delle aziende alberghiere il modello turistico – ricettivo dell’albergo diffuso. Questa tipologia di ricettività turistica, che in Piemonte verrà attuata solo nei Comuni montani, si caratterizza per la presenza di un ‘cuore’, costituito da un   reception e dalle sale di uso comune, e dalla dislocazione delle stanze in edifici diversi ubicati anche in Comuni diversi purché distanti non oltre 1 km dall’edificio principale. L’albergo diffuso vede le sue origini negli anni ottanta, quando con la ristrutturazione di case e paesi a seguito del terremoto, in Carnia si cominciò a pensare di utilizzare borghi ormai disabitati come villaggi turistici proponendo un modello a rete di “alberghi diffusi”. Il modello è stato riconosciuto formalmente per la prima volta in Sardegna con una normativa specifica che risale al 1998. Nel 2008 l’idea dell’albergo diffuso è stata premiata a Budapest in occasione del Convegno Helping new talents to grow come migliore pratica di crescita economica da trasferire nei paesi in sviluppo. A questo premio hanno fatto seguito altri riconoscimenti come il WTM Global Award, a Londra nel 2010. “ L’albergo diffuso   – dichiara Gian Luca Vignale –   è una nuova formula ricettiva particolarmente innovativa perché permette di utilizzare al meglio il patrimonio edilizio esistente,   facendo leva sulle tradizioni e sul contatto diretto del turista con le unicità e autenticità dei territori montani. La   ricettività diffusa permette infatti alle borgate e ai centri montani di riscoprire e valorizzare la propria storia, tradizioni, cultura e il patrimonio architettonico . Con il voto di oggi, abbiamo quindi dato alla montagna piemontese uno strumento, di facile realizzazione e innovativo, in grado di garantire lo sviluppo turistico di qualità   e contemporaneamente portare nei borghi e nei comuni a rischio di emarginazione nuove opportunità di impresa e lavoro”