Tutto esaurito, ieri al Centro Congressi di Isola d’Asti, per l’appuntamento “Al di qua e al di là del Tanaro” voluto da Comune e Israt per celebrare il 70° anniversario della Liberazione. Momenti toccanti si sono avuti fin dall’apertura dell’incontro, quando il sindaco Fabrizio Pace ha scandito i nomi dei trentadue partigiani e soldati isolani caduti: dal pubblico, a sorpresa, si sono alzate altrettante persone (giovani o parenti dei deceduti) con un foglio che ne riportava le generalità. Nel tracciare episodi e protagonisti della Resistenza tra la Valle Tanaro e la Val Tiglione, il direttore dell’Israt Mario Renosio è entrato nelle storie di alcuni dei protagonisti isolani: Celso Cavagnino, non ancora ventenne, fu il primo partigiano a cadere, il 7 gennaio 1944 al Quartino di Loazzolo, nella lotta di Liberazione dell’Astigiano, mentre i giovani fratelli Rinaldo e Dorino Capra non fecero mai ritorno dai campi di concentramento. “Isola d’Asti – ha ricordato Renosio – ha assicurato un numero molto elevato di partigiani: 104, di cui 30 collaboratori attivi e 9 caduti. Quattro donne hanno avuto il riconoscimento di partigiane combattenti: Adriana Risso, Arcangela Marchisio, Eugenia Scarabosio, Margherita Capello. Qui, come nel resto dell’Astigiano, la Resistenza è stata lotta di liberazione di tutta la popolazione, di chi non ha tradito, non ha denunciato, ha aiutato fattivamente coloro che avevano scelto la clandestinità”. In prima fila, ad ascoltare, i partigiani Luigi Garrone, Luciano Miroglio, Angelo Nosenzo e Ugo Prete. A quest’ultimo, attivo nella 101.ma Brigata Garibaldi con il soprannome di Sale, Laura Nosenzo ha dedicato un capitolo del libro “Il senso dell’acqua” (Araba Fenice Editore): le sue imprese al di qua e al di là del Tanaro sono state rievocate dalla scrittrice. Interesse anche per il secondo episodio isolano contenuto nel volume, quello riguardante i fratelli Lorenza, Aldo e Riccardo Morando, stretti da un forte legame col fiume (come del resto accadde al comandante Emilio Capello, Avanti, della 101.ma Brigata Garibaldi). Infine, dinanzi a una platea di 170 persone, l’appassionato di storia locale Erildo Ferro ha reso noto un documento trovato l’anno scorso mentre riordinava l’Archivio parrocchiale: la relazione del parroco don Giacomo Melano, scritta otto mesi dopo la Liberazione, su numerosi episodi accaduti a Isola durante la guerra. In primo piano, nel racconto di Ferro, l’impegno del sacerdote a scambiare ostaggi e salvare vite umane: “Almeno 48 persone tra repubblicani e partigiani”.
Centro Congressi esaurito a Isola d’Asti per ricordare la lotta di Liberazione
