Quando si dice cittadini astigiani residenti occorre considerare anche chi, con ha residenza prolungata all’estero o gode di doppia cittadinanza. Sono circa 2800 gli astigiani che hanno dimora all’estero, per l’esattezza in 81 Paesi. A parte quelli di più consolidata emigrazione, Argentina (607), Francia (352), Germania (271), Svizzera (189), Spagna (179) Regno Unito (141), Stati Uniti (126), Australia (100), altri ospitano una numerosa comunità di concittadini, sono17 in Irlanda, 28 in Canada, 12 in Ecuador, 22 in Mozambico, 6 negli Emirati. C’è di che far muovere la fantasia a immaginare astigiani in giro per il mondo, impegnati a intraprendere, a scegliersi un futuro, anche a fare del bene.
La fotografia fornita dall’AIRE (Anagrafe italiani residenti all’estero) è puntuale e precisa, e di questa rilevazione si legge sovente in relazione al crescente numero di italiani che decidono, soprattutto pensionati, di risiedere all’estero per opportunità e vantaggio economico, come pure studenti e professionisti..
La registrazione all’Aire è obbligatoria per i cittadini che trasferiscono la propria residenza all’estero per periodi superiori a 12 mesi.
Ci fu un tempo, oltre un secolo fa in cui l’emigrazione da terra piemontese andò ad arricchire altre nazioni e ci fu anche chi fece fortuna a varie scale di grandezza. Crearono famiglia e parentela che dal continente venivano guardate con il desiderio che generava rispetto e ammirazione.
L’assessore Mariangela Cotto che ai Piemontesi nel mondo ha dedicato molta attenzione con viaggi e iniziative di sostegno ha ora in mente di accendere l’attenzione per non disperdere questo patrimonio di legami e tradizioni.
“Per ricordare, spiega, che abbiamo parenti che forse ignoriamo, volti dietro indirizzi e calligrafie ad inchiostro su buste ingiallite, per girare e riscoprire le fatiche di ieri con la fortuna di avere radici”.
Una sorta di anagrafe, innanzitutto di luoghi dove una madre e un padre, nonni o zie hanno ri-costruito le loro storie, e immaginato un nuovo destino.
Per ora è un’idea che attende sviluppo ma è bene iniziare a parlarne per tracciare insieme ai molti che ricordano persone care che allora l’Aire non sapevano che cosa fosse perché non esisteva.
Intanto il sindaco Maurizio Rasero si recherà in Cina nei prossimi giorni. Chissà che qualcuno dei 5 astigiani là residenti non possano incontrarlo. Si tratta poi solo di concordare l’agenda degli impegni, tra immaginabili distanze.