Il vescovo della Diocesi di Asti Marco Prastaro ha fatto visita ai lavoratori del Marcatone Uno di Villafranca, in presidio davanti al magazzino, chiuso ormai da una settimana, da quando cioè il tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento della Shernon Holding srl, la società proprietaria dell’intera catena.

Ventitrè i dipendenti del punto vendita di Villafranca d’Asti che hanno appreso la notizia soltanto attraverso i social network. Da giovedì i lavoratori sono in presidio davanti all’ex stabilimento RDB, affiancati dai colleghi di Beinasco, Serravalle Scrivia, Villanova d’Albenga  e da tanti sindaci della zona, fra cui Anna Macchia neo primo cittadino di Villafranca. In totale sono 1870 i lavoratori della Mercatone Uno in tutta Italia, distribuiti su 55 punti vendita (250 solo in Piemonte) che hanno perso il posto di lavoro con il fallimento dell’azienda maltese Shernon Holding che nell’agosto scorso aveva acquistato la catena.

I dipendenti chiedono risposte ma soprattutto garanzie dell’avviamento degli ammortizzatori sociali. Luendì c’è stato un primo incontro al Mise, Ministero dello Sviluppo Economico, ora si attendono comunicazioni ufficiali da parte del Governo, mentre i picchetti e le manifestazioni proseguono in tutta Italia. L’auspicio è che questi lavoratori non vengano lasciati soli dalle istituzioni e che si trovino soluzioni concrete. C’è fra i dipendenti chi spera in un lavoro, che un terzo soggetto, cioè, entri nella vicenda  un nuovo proprietario.

C’è poi un’altra questione legata ai molti clienti che hanno acquistato (e pagato) mobili ed elettrodomestici che non sono mai stati consegnati. L’altra faccia della medaglia delle vittime di questo fallimento.

La richiesta unanime rimane comunque quella del diritto al lavoro e di essere ascoltati in tutte le sedi opportune. Il vescovo Marco Prastaro, con la sua presenza al presidio ha voluto esprimere vicinanza e solidarietà ai lavoratori di Villafranca d’Asti e non solo. Perché dietro un posto di lavoro ci sono vite, famiglie, progetti, desideri che adesso rischiano diessere messi duramente alla prova.

“Ho visto nei loro occhi una grande sofferenza e una grande dignità – ha raccontato monsignor Prastaro –. Molta gente non rispetta la loro forza e il loro dolore, questa cosa fa molto male. Mentre ero là, si è presentato un uomo con un biglietto che doveva ritirare i mobili ordinati. Una dipendente ha risposto che il negozio era chiuso e tutti avevano perso il lavoro. A quel punto l’uomo si è ritratto dicendo solo una frase: “Signora, mi dispiace molto”, per poi andare via. Più tardi la signora mi ha raccontato che, di tutte le persone recatesi a ritirare le merci precedentemente ordinate, lui è stato l’unico a dire che gli dispiaceva per quanto accaduto. È in momenti come questi che si misura l’aggregazione di una comunità, cui spetta il dovere di confortare le persone più in difficoltà”.