“Con l’intitolazione, che avverrà domani, della piazza di Portacomaro Stazione al nonno del pontefice, Giovanni Angelo Bergoglio, la città ricorda un concittadino che ha incarnato la tenacia, la voglia di fare e di riscossa, che è tipica di noi astigiani e che rappresenta esempio e stimolo per tutti noi”: così il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo. La radici contadine e l’emigrazione a Torino. Giovanni Angelo Bergoglio nasce nella cascina di Portacomaro Stazione nel 1884, in anni in cui la condizione di contadino spesso condanna alla povertà, ma dimostra tempra, capacità e intraprendenza fuori dal comune, tanto che il primo gennaio 1906 si trasferisce nella grande città di Torino e qui si sposa in data 20 agosto 1907 con Rosa Vassallo che due anni dopo, il 2 aprile 1908 darà alla luce, sempre a Torino, il papà del pontefice, Mario Bergoglio. Il ritorno ad Asti. L’8 luglio 1918 Giovanni Angelo Bergoglio con la moglie Rosa e il figlio Mario (il padre del pontefice), che al momento ha 10 anni, tornano a vivere ad Asti, ma non più in campagna, bensì nel centro urbano, dove cambia tre volte lavoro e residenza. Risulta abitare in via Antica Zecca 6 e svolgere la professione di “caffettiere” (oggi diremmo “barista”), poi in via Massimo d’Azeglio 6, ove risulta “portinaio” (si presume quindi sia il custode della clinica chirurgica privata che all’epoca si trovava in questo luogo e poi diventerà la Clinica San Giusepe di via Morelli). A partire dal 1923 la famiglia Bergoglio si trasferisce infine in Corso Alessandria 14, ove i nonni dell’attuale pontefice risultano titolari di un negozio di commestibili. Gli studi del figlio. L’intraprendenza e la lungimiranza del nonno del pontefice, Giovanni Angelo Bergoglio si ricava non solo dal fatto che, pur essendo nato in campagna, ha avuto il coraggio di trasferirsi a Torino e poi a cambiare più volte lavoro, ma anche e soprattutto dal fatto che, pur avendo origini contadine, è riuscito a far studiare e diplomare come ragioniere, presso la scuola che aveva sede ove adesso c’è la Goltieri, il proprio figlio Mario. All’epoca erano pochissimi i giovani che si diplomavano ed era una rarità assoluta che a farlo fossero figli di contadini. La partenza per l’Argentina. Nel 1929, quando ormai il padre del pontefice ha 21 anni, e da tre anni è ragioniere, la famiglia risponde ancora una volta all’impulso di cambiare e arriva la decisione di lasciare l’Italia e, in particolare, la casa e la bottega di commestibili di corso Alessandria, per l’Argentina, il 1° febbraio di quell’anno.