L’associazione Italia-Israele di Asti, presieduta dall’ex sindaco astigiano ed europarlamentare, Luigi Florio, si schiera con il popolo israeliano in questi difficili frangenti ed “invia un particolare affettuoso saluto ai cittadini di Ma’alot Tarshiha, città gemellata coni Asti, in cui vivono da sempre in armonia ebrei, musulmani e cristiani”. Secondo l’associazione “è fin troppo evidente chi in Medio Oriente lavora per la pace e chi per il terrore: da una parte c’è uno Stato democratico, Israele, dove accanto alla maggioranza ebraica vive una consistente comunità musulmana i cui esponenti sono presenti in tutti i gangli dello Stato, dal parlamento alla Corte Suprema; dall’altra ci sono organizzazioni estremistiche governate da autocrati che da oltre 15 anni non indicono elezioni, dichiararono apertamente di mirare alla distruzione di Israele e utilizzano le loro ingenti sostanze non già per il benessere della propria gente bensì per acquistare sofisticati armamenti con cui colpiscono la popolazione civile dello Stato ebraico”. Come ha osservato il professor Dario Peirone dell’Università di Torino, chiunque sia in grado di ragionare senza pregiudizi può comprendere benissimo come non vi sia alcuna causa ascrivibile allo Stato ebraico all’origine dell’escalation della violenza in Medio Oriente, ma come questa costituisca l’ennesima azione terroristica, da tempo pianificata da parte di coloro che hanno come conclamato obiettivo la distruzione di Israele. L’associazione Italia-Israele astigiana prosegue poi: “Questo terrorismo è frutto dell’incessante guerra interna al mondo islamico, le cui frange estremistiche non tollerano che Israele, attraverso i recenti “Accordi di Abramo”, abbia normalizzato i suoi rapporti con buona parte dei Paesi musulmani e possa proseguire su tale strada.” E, conclude “Chiunque nel mondo abbia davvero a cuore la pace e la libertà non può che augurarsi che il terrorismo palestinese venga sconfitto, al pari di ogni terrorismo, inevitabilmente nemico della convivenza pacifica, della libertà e della democrazia”.

Paolo Viarengo