enofila ex“Sulla gestione dell’Enofila, la Camera di Commercio ha rispettato i patti siglati a suo tempo con il sindaco Galvagno e la presidente della Provincia Maria Teresa Armosino”. Mario Sacco, presidente della Camera di Commercio di Asti, risponde così alle accuse lanciate da Giorgio Galvagno attraverso la stampa locale. “Capisco che oggi Galvagno ha un ruolo diverso rispetto al passato in quanto consigliere d’opposizione alla Giunta Brignolo, ma non per questo può dimenticare di aver governato la città tra il 2006 e il 2011, quando è andata in porto l’operazione di recupero dell’Enofila”, prosegue Sacco. Conti alla mano, Sacco precisa che il contributo stanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, pari a 250 mila euro per gli anni 2013 e 2014 “non serve a coprire alcun buco di bilancio, ma semmai a completare l’investimento per la trasformazione dell’Enofila in centro fieristico, un’operazione finanziaria che nel suo complesso prevede interventi superiori ai 12 milioni di euro”. La maggior parte della spesa, pari a 9 milioni e 195 mila euro, è stata sostenuta dalla Regione Piemonte, attraverso i finanziamenti per le opere complementari di Torino 2006: “A saldo del finanziamento regionale mancano ancora 258 mila euro che verranno onorati”, spiega Sacco. Per quanto riguarda la capitalizzazione della Aurum et Purpura, il Comune ha versato 770 mila euro circa, di cui 680 mila euro per oneri di urbanizzazione. La Camera di Commercio e la Provincia hanno versato 740 mila euro a testa: “il programma finanziario è stato rivisto unicamente in relazione al ridimensionamento del progetto di recupero, deciso nel frattempo dai tre enti, di comune accordo”. Ciò nonostante la struttura – che al termine del progetto, con lo scioglimento della Aurum et Purpura, tornerà in possesso del Comune di Asti – è stata migliorata significativamente in questi anni: basta pensare al raddoppio della scala mobile, all’installazione del montacarichi, alla rivisitazione delle uscite di sicurezza e alla pavimentazione del cortile. “Nel 2011, Sindaco Galvagno, abbiamo accettato di trasferire la Douja d’Or dal centro storico, accollandoci tutti i rischi che l’operazione comportava – sottolinea Sacco – vista l’esperienza di questi tre anni siamo soddisfatti di aver accettato la sfida: abbiamo restituito alla città un contenitore vuoto, e con le nostre manifestazioni abbiamo contribuito a farlo conoscere in Italia. In città, a parte l’Università, è l’unico esempio di riuso efficace di spazi che altrimenti sarebbero abbandonati a se stessi”. Per quanto riguarda il futuro, la Camera di Commercio, attraverso la sua Azienda speciale, è disponibile a proseguire la gestione dell’Enofila per l’anno 2014, confermando un interesse per il futuro a mantenere in quella sede le sue principali manifestazioni.