A 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, la terza guerra in corso con il Califfato terrorista e vari conflitti locali, davanti al proliferare dei conflitti molecolari, che insanguinano l’Africa e il Medio Oriente, mettono a dura prova la convinzione che l’attuale sia il più lungo periodo di pace della storia: un’affermazione che le vicende in Ucraina smentiscono anche solo limitatamente all’Europa. Il festival “1945- 2015: la guerra è finita?”, al via da oggi, sabato 6 fino al 14 giugno a Palazzo del Collegio, alla Biblioteca Astense, si propone di sviluppare riflessioni sulla guerra economica, la guerra al narcotraffico, la guerra di religione, un retaggio medievale che credevamo di aver superato e che ora si ripresenta come scontro di civiltà e di valori, allora prende corpo la consapevolezza di una allarmante situazione di guerra diffusa, di cui siamo sempre più coscienti grazie all’informazione globale. Mostre, attività collaterali e forum sono gli appuntamenti costruiti per avviare una riflessione sul futuro. Oggi alle 18 Maurizio Molinari, Ronny Someck e Salah Al Hamdani si confronteranno sugli “Orizzonti di pace”(appuntamento nella sede dell’Università di Asti, piazzale De Andrè). Domenica alle 11 torna nel cortile del Palazzo del Collegio Sergio Romano: “La crisi ucraina. Rimpiangeremo la guerra fredda?”. Manlio Graziano tratterà di “Guerre sante e sante alleanze” alle 18 dello stesso giorno mentre alle 21 Luciano Canfora, farà un passo indietro nella storia fino alla prima guerra mondiale: “Krieg der Geister: la guerra degli spiriti non incominciò nel 1914 e non è ancora finita”.