E’ morto questa mattina nella sua casa romana il filoso astigiano Mario Perniola.

Nato ad Asti il 20 magio del 1941, è stato un anche un saggista e uno scrittore oltre a un teorico dell’arte contemporanea. Ordinario di estetica all’Università Tor Vergata di Roma, ha n teorico dell’arte contemporanea. Ordinario di estetica all’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, dirige il Centro di Studio e di Documentazione “Linguaggio e pensiero” presso la stessa università e la rivista di studi culturali e di estetica Agalma.

Formatosi filosoficamente sotto la guida diLuigi Pareyson presso l’Università di Torino, dove incontrò Umberto Eco e Gianni Vattimo, dal 1966 al 1969 è in stretto contatto col movimento d’avanguardia “Internazionale Situazionista”, fondato dal francese Guy Debord con il quale ha intrattenuto un lungo legame di amicizia e di confronto teorico. Nel 1968 si trasferisce a Roma. Professore di estetica all’Università di Salerno dal 1970 al 1983 e successivamente all’Università di Roma “Tor Vergata”. È stato professore invitato in molte università straniere e centri di ricerca, in Francia, Danimarca, Brasile, Canada, Giappone, USA e Australia. Le sue opere sono state tradotte in molte lingue, anche orientali. È stato ideatore e direttore di Agaragar (1971-1973), espressione dell’avanguardia post-situazionista. Ha inoltre diretto Clinamen (1988-1992), Estetica news (1988-1995) e, ultimamente, ha ideato il progetto di Agalma. Rivista di studi culturali e di estetica..

Una parte cospicua del lavoro di Perniola riguarda proprio l’estetica e la storia dell’estetica. Nel 1990 pubblica Enigmi. Il momento egizio nella società e nell’arte, nel quale sottolinea il carattere enigmatico dell’arte e rivaluta l’arte simbolica e decorativa. Perniola, traendo spunto da Hegel, sostiene che la nostra società attraversa un “momento egizio”, caratterizzato da una reificazione dell’umano e da una umanizzazione del tecnologico. Questo discorso è approfondito in Disgusti (1998), nel quale sono prese in considerazione varie forme della cultura alternativa contemporanea, tutte riconducinili alla categoria del disgusto. In Del sentire cattolico. La forma culturale di una religione universale (2001) focalizza la propria attenzione sulla dimensione estetica e culturale di questa religione, la quale può essere davvero universale solo a condizione di lasciare da parte i dogmi e il moralismo. Le opere storiografiche sono due: Estetica contemporanea. Un panorama globale (2011), che attraverso l’individuazione di sei categorie (vita, forma, conoscenza, azione, sentire e cultura, espone le teorie dei principali pensatori del Novecento non solo occidentali, ma anche extraeuropei. L’altra opera è invece esclusivamente centrata sull’estetica italiana e si intitola Strategie del bello. Quarant’anni di estetica italiana (1968-2008) (2009): in questo lavoro le posizioni dei principali estetici italiane vengono studiate nel loro rapporto con l’eredità storica italiana e con gli aspetti sociali, antropologici e politici di questo quarantennio. Nel complesso Perniola pensa che il sapere e la cultura estetica debbano continuare ad avere un posto privilegiato in Occidente, sfidando l’arroganza dell’establishment politico, la volgarità dei mass-media e la spudoratezza plutocratica. Su queste opere hanno scritto Gillo Dorfles[32], Franco Ferrarotti[33], Sergio Givone[34] Paolo Mieli[35] e altri.