Stanno emergendo i dettagli della sparatoria costata la vita questa mattina al geometra Marco Massano, 44 anni, ucciso mentre stava compiendo un sopralluogo in una cascina di Portacomaro. Siamo in via Asti 20/A, sono da poco passate le 11. Il tecnico incaricato dal tribunale per effettuare una perizia sull’immobile di propreità di Dario Cellino, 91 anni, ex titolare del mobilificio che porta il sui nome e che è adiacente alla cascina grigia con le imposte verde chiaro.

Marco Massano

La ricostruzione

Un sopralluogo come tanti fatti. Nessuno si poteva immaginare che invece si sarebbe trasformato in tragedia. Il geometra non ha fatto neppure in tempo ad entrare nel piccolo cortile recintato davanti alla casa che qualcuno dalla finestra al primo piano, la più esterna dell’edificio, ha sparato. Un colpo di pistola di piccolo calibri che ha raggiunto il giovane professionista al petto. L’uomo è caduto riverso a terra, subito soccorso da una coppia che  in quel momento stava transitando in auto. Sono attimi di confusione. Nessuno capisce cosa stia succedendo, ma la macchina dei soccorsi è già in moto. Mentre si raduna un piccolo drappello di persone arriva l’ambulanza che carica il ferito a bordo. E’ a quel punto che si sente ancora un colpo di pistola che mette in fuga tutti. Questo è quello che ci raccontano. “Non sapevamo cosa stesse succedendo; anche inizialmente al primo sparo avevamo pensato a qualche automobilista che avesse forato – spiegano alcuni lavoratori impiegati in un’officina meccanica di fronte alla cascina”.

 

L’arresto

Con l’arrivo dei carabinieri è apparso subito chiaro cosa era successo. Qualcuno, in particolare il padrone di casa, aveva sparato dalla finestra, ferendo il geometra. Mentre il ferito veniva trasportato in gravi condizioni all’ospedale di Asti i carabinieri facevano irruzione nella cascina. Lì, seduto su una poltrona nella stanza da dove era partito lo sparo, hanno trovato Dario Cellino.

“Cosa volete da me” queste le prime parole dell’anziano rivolte ai militari. Nessuna resistenza. Solo dopo salta fuori la pistola, nascosta sotto il cuscino di un divano. Ma non è l’unica arma custodita regolarmente in casa. Ci sono anche fucili e altre pistole. Da capire, però, se l’anziano possedesse il porto d’armi. L’uomo viene arrestato con l’accusa di tentato omcidio e portato in caserma. Passano pochi minuti e arriva la notizia della morte di Massano. Il giovane geometra non ce l’ha fatta. Troppo grave quella ferita sotto la spalla. Troppo, forse il sangue perso. E di tracce del terribile delitto ce ne sono molte, nonostante la pioggia battente lavi via i segni tangibili del delitto. Con la morte del geometra la situazione dell’arrestato cambia; ora l’accusa è di omicidio.

Il movente

Ma il lavoro degli inquirenti continua. I rilievi scientifici sono in corso, in caserma si ascoltano anche i testimoni, i primi intervenuti per soccorrere Massano. Si cerca di capire se l’anziano, che sapeva di dover ricevere la visita del tecnico incaricato di eseguire la perizia sull’immobile, abbia premeditato l’azione o se abbia agito d’istinto, improvvisando.
Certo è che il geometra doveva svolgere un primo accertamento per valutare la cascina prima di un eventuale pignoramento dovuto al mancato pagamento di un mutuo.

I testimoni

Nessun in paese poteva immaginare una simile tragedia. Cellino, 91 anni, vedovo e padre di due figli (il maschio è un autotrasportatore fuori per lavoro al momento del delitto) era molto conosciuto. Fino a qualche anno fa aveva gestito il mobilificio Cellino ora chiuso, che si trova proprio a fianco alla cascina dove si è consumato il dramma. Alcuni vicini lo descrivono come un uomo dalle maniere burbere, ma innocuo. Almeno fino a questa mattina.
“Abbiamo sentito lo sparo e ci siamo subito precipitati fuori per capire cosa stesse succedendo – hanno raccontato Loris Sella e Fulvio Luciano dell’officina meccanica Fratelli Bosco che si trova esattamente dall’altro lato della strada della cascina -. Quando siamo usciti dall’azienda abbiamo visto l’uomo riverso a terra, soccorso da due giovani. Poi è arrivata l’ambulanza e abbiamo udito un secondo sparo e siamo scappati. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare una tale tragedia”.