Il Comitato spontaneo di cittadini formatosi per contrastare la costruzione della nuova sede alpina all’ingresso del parco Rivo Crosio (lato corso XXV aprile), incassa dopo 8 giorni di sciopero della fame un primo risultato significativo.
L’Amministrazione comunale ha infatti deciso di convocare un consiglio comunale “aperto” per discutere della questione, soluzione che ha portato gli ambientalisti a sospendere temporaneamente la protesta che nei giorni scorsi aveva preso luogo in piazza San Secondo .
Così Giampiero Monaca, uno dei principali promotori: “La convocazione del consiglio comunale aperto è un grande successo al quale siamo arrivati solo perché in questa impegnativa lotta siamo riusciti a parlare di cose concrete inserendole in un contesto anche più generale. Questa “Armata Brancaleone” ha funzionato perché rappresentata da una varietà di soggetti: dalla casalinga al professore, dall’infermiera del terzo piano all’operaio, fino a quello che alle 8 di mattina lascia a malincuore il sit-in per andare ad animare una marea di bambini saltellanti”.
Monaca assicura che l’impegno degli ambientalisti “non andrà in vacanza”e preannuncia nuovi gruppi di lavoro per stilare proposte concrete da presentare in sede comunale sul tema della salvaguardia dell’ambiente.
L’ambientalista ha voluto inoltre replicare alle dichiarazioni rilasciate dall’assessore ai lavori pubblici Angela Quaglia e dal sindaco Giorgio Galvagno durante il sopralluogo al costruendo parco lungo il Borbore, pubblicate sul numero della Gazzetta d’Asti uscito oggi in edicola.
Il sindaco si era detto pronto a valutare eventuali progetti che prevedessero l’installazione di una nuova sede associativa in cambio di un presidio permanente del parco mentre l’assessore aveva criticato la protesta capeggiata da Monaca ricordando che gli scout (di cui Monaca è membro) hanno la loro sede proprio all’interno di un parco, il Monte Rainero attiguo a strada Fortino.
“Leggo che sull’onda dell’esperienza della casa alpina si pensa di costruire un nuovo presidio nel parco sul lungo Borbore. Sono allibito. L’esperienza del Rivo Crosio sottolinea come i cittadini non vogliano le case nei parchi e ci sono 1200 firme a testimoniarlo”. E alle allusioni della Quaglia replica perentorio: “A scanso di equivoci, premetto che parlo a titolo personale e non del gruppo scout Asti 1°. La casa del parco Monte Rainero non è stata costruita dagli scout o per gli scout, ma per dare una sede a un gruppo anziani che ne fece poi un circolo ricreativo, chiuso dopo qualche. Nel 2008 il gruppo Asti 1° chiese all’Amministrazione una qualsiasi struttura da poter utilizzare come sede per le proprie attività, esplicitando tra l’altro di essere ben felice di trovarla in qualche edificio dismesso. Il Comune determinò di concedere l’uso di quell’edificio, che ha una superficie di circa 60 metri quadri (rispetto ai 330 della casa alpina).
Da subito abbiamo informato gli uffici competenti del fatto che ogni notte diverse persone venivano a dormire sotto la tettoia, trovando nell’alcool il sistema per superare il disagio e il freddo. C’era e c’è tuttora un gran bisogno di presidio in quella zona, dove qualche speculazione malaugurata ha concentrato nei palazzi del complesso del Belvedere un’infinità di drammi umani”.
Fabio Ruffinengo